LAmerica è mobilitata. Tremila e cinquecento soldati già mandati, un presidente e due ex presidenti in campo. Gli Stati Uniti ci sono ad Haiti. Ci sono perché ci sono sempre stati e non possono andarsene ora. La sensibilità mostrata dagli Usa ha un aspetto umanitario e uno politico. Per questo ci sono due ex presidenti degli Stati Uniti in campo per Haiti: per guidare la raccolta dei fondi per gli aiuti ai sopravvissuti del terremoto la Casa Bianca ha arruolato George W. Bush e Bill Clinton. Con una iniziativa bipartisan simile a quella dello stesso Bush per lo tsunami in Asia del 2004, il presidente Barack Obama ha chiesto allex numero uno repubblicano e al suo predecessore democratico Clinton di dare una mano nel coordinamento dei soccorsi alle vittime del sisma. Obama ha chiamato ieri Bush per chiedergli la sua disponibilità, ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs precisando che entrambi gli ex presidenti hanno accettato di lavorare assieme. Il nuovo team bipartisan per Haiti ha un parallelo con quello che lo stesso Bush mise assieme cinque anni fa per le vittime dello tsunami chiamando Clinton al fianco del padre, George H. W. Bush: la differenza stavolta, oltre al salto generazionale, è che lex capo della Casa Bianca repubblicano fu al centro di feroci attacchi dei democratici nel 2006 per la blanda risposta al passaggio delluragano Katrina su New Orleans.
Quanto a Clinton, su Haiti ha tutte le credenziali in regola essendo stato nominato nel maggio 2009 inviato speciale del segretario generale dellOnu per il poverissimo Paese dei Caraibi. Lex presidente democratico, scrivendo ieri su Time, ha ricordato di essersi innamorato di Haiti nel 1975 quando visitò Port-au-Prince pochi mesi dopo il matrimonio con Hillary: fu una «luna di miele a scoppio ritardato». Oggi Haiti vive «una delle peggiori emergenze umanitarie nella storia delle Americhe», ma per Clinton non tutto è davvero perduto: «Nonostante questa tragedia - ha scritto lex presidente sul Washington Post - continuo a credere che questo Paese ce la possa fare».
Nel frattempo Obama ha già firmato lordine di invio di unintera brigata di 3.500 soldati, tra cui 2.200 marines ad Haiti, per contribuire agli aiuti umanitari dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese caraibico. Ma perché tutto questo attivismo? Al di là dellaspetto umanitario, cè che Haiti è sempre stata geopoliticamente rilevante per gli Usa: sia in chiave anti-Cuba, sia come «scalo» strategico nel mar dei Caraibi e in direzione dellAmerica Latina. Non per niente, per anni sè detto che la dittatura haitiana abbia avuto il benestare delle amministrazioni americane. A partire dal 1910, gli Usa manifestarono il desiderio di condurre una «missione civilizzatrice» ad Haiti, che divenne un protettorato americano. Da allora è stato un susseguirsi di governi amici degli Usa e di oppositori più o meno violenti che hanno scatenato accenni di rivoluzioni per strappare il Paese dal controllo americano. Nel tempo, il rapporto tra Haiti e lAmerica sè cementato su basi sociali derivate dallimmigrazione e dalla vicinanza a Puerto Rico, che è territorio degli Stati Uniti.
Cè poi una questione tutta interna: gli immigrati haitiani in territorio americano sono moltissimi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.