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Obama, regole più severe a Wall Street e nessun assegno in bianco per l’auto

L’economia americana è destinata a peggiorare ulteriormente prima che torni il sereno ma per evitare altre crisi Wall Street dovrà fare i conti con «nuove regole più severe». Lo ha dichiarato Barack Obama, confermando che il rilancio dell’economia Usa sarà la sua priorità numero uno. Ma per evitare che si ripetano gli errori del passato, il presidente eletto ha annunciato un giro di vite alla finanza creativa. Saranno fissate «una serie di dure regole finanziarie a cui le banche, le agenzie di rating e i broker del settore mutui dovranno attenersi per comportarsi più responsabilmente».
«Dobbiamo avere - ha aggiunto - trasparenza, sincerità, comportamenti corretti nei nostri mercati finanziari e in questo campo nel corso degli ultimi otto anni (l’era Bush, ndr) abbiamo fallito». L’obiettivo di Obama è «trovare una soluzione di lungo periodo per l’economia». Non sarà un compito facile perché la crisi che la sua amministrazione dovrà affrontare «non ha paragoni» con quelle viste dai suoi predecessori.
La via d’uscita è il suo new deal, fatto di investimenti «nelle grandi infrastrutture» come era accaduto negli anni ’50 per creare 2,5 milioni di nuovi occupati entro il 2011: «Dobbiamo effettuare ora un’infusione di sangue al paziente per assicurarci che si stabilizzi», ha spiegato con una metafora medica aggiungendo che «nel breve periodo non dobbiamo preoccuparci del deficit ma assicurarci che il piano di stimolo economico sia sufficientemente ampio per far ripartire l’economia».
Sulla crisi del settore auto che vede General Motors, Ford e Chrysler sull’orlo del fallimento Obama ha rassicurato che sosterrà un piano di salvataggio (da 17 miliardi di dollari che sarà forse votato dal congresso già domani) ma condizionato «perché sono i soldi dei contribuenti ad essere a rischio». Secondo Obama «il governo non deve guidare l’industria dell’auto, ma servono delle garanzie. L’industria dell’auto ha fatto gravi errori in passato ma l’ultima cosa che voglio è che le grandi aziende dell’auto scompaiano». Intanto il senatore democratico americano Christopher Dodd ha auspicato le dimissioni dell’ad di Gm Richard Wagoner. Ford, secondo Dodd, è la società più sana mentre per Chrysler la soluzione migliore è quella di una fusione.
La crisi mondiale incombe anche in Europa. In Germania, un Paese che ha preso poche misure di sostegno, i vertici del mondo economico e i leader politici hanno chiesto al cancelliere Angela Merkel di fare di più a favore della maggiore economia d’Europa.
Fra le opzioni ci sono il taglio delle tasse, che la Merkel fino ad ora ha escluso sino a dopo le elezioni a settembre dell’anno prossimo, buoni d’acquisto per fare aumentare il consumo interno e programmi d’investimento in infrastrutture per proteggere i posti di lavoro. Il cancelliere ha detto che farà una revisione della situazione a gennaio.


I passi già approvati dal Parlamento, molti dei quali entreranno in vigore il primo gennaio, comprendono finanziamenti per progetti edilizi, il taglio delle tasse automobilistiche e rendere più facile per le aziende l’accesso al credito.

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