Italiani ancora tartassati: il cuneo fiscale che schiaccia le buste paga nel nostro Paese è arrivato al 46,9%, pari a 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2009. Lo rileva lOcse nel suo ultimo rapporto annuale sulla tassazione a carico delle retribuzioni da lavoro dipendente, sottolineando che la differenza tra la cifra pagata dal datore di lavoro e quella che effettivamente rimane nelle tasche del lavoratore in Italia è di «almeno 11 punti superiore» alla media dei Paesi avanzati. LItalia sale dunque dal sesto al quinto posto nella poco ambita classifica dei più tassati: a precederla il Belgio (55,4%), la Francia (49,3%), la Germania (49,1%) e lAustria, con il 47,9% di pressione fiscale.
Se poi si guarda alla classica famiglia media - marito, moglie casalinga e due figli - lItalia è addirittura al terzo posto: il carico fiscale è infatti del 37,2%, superato solo da Francia (42,1%) e Belgio (39,6%).
Ma lorganizzazione parigina rileva anche i progressi compiuti dal nostro Paese: «Negli ultimi undici anni - è scritto nella scheda dedicata allItalia - la pressione fiscale si è moderatamente attenuata per la maggior parte delle famiglie». In effetti, dieci anni fa la stessa famiglia in Francia aveva un carico fiscale del 40,7%, quindi decisamente più leggero di quello attuale, mentre su quella italiana pesava il 39%, superiore di circa due punti percentuali al carico fiscale attuale. Se poi prendiamo in considerazione una famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano - uno con un salario medio e laltro con salario corrispondente ai due terzi della media - vediamo che mentre in Francia la pressione fiscale è rimasta stabile (44,2% nel 2000 e 44,3% nel 2010), in Italia è scesa, passando dal 44% del 2000 al 42,1% del 2010, anno a cui si riferiscono i dati Ocse.
Per quanto riguarda invece lentità dei salari netti, con i suoi 25.155 dollari di media nel 2010, lItalia fa un piccolo passo avanti in classifica, dal 23° al 22° posto tra i Paesi Ocse.
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