Ocse: pil stabile, ma rallenta la crescita italiana E Confcommercio abbassa le stime sui consumi

La crescita nell'area Ocse resta stabile: il pil sale dello 0,5%. La contrazione giapponese e il rallentamento Usa vengono compensati dalla crescita dell'Europa e del Canada. Solo +0,1% il pil italiano. E Confcommercio rivede al ribasso le previsioni sui consumi: solo +0,7%

Ocse: pil stabile, ma rallenta la crescita italiana 
E Confcommercio abbassa le stime sui consumi

Resta stabile la crescita dei Paesi Ocse nel primo trimestre di quest’anno. A compensare un'ulteriore contrazione del Giappone ed un rallentamento negli Usa, infatti, è la "forte accelerazione della crescita nella maggior parte dei paesi europei e in Canada" consentendo al Pil dell’area di salire dello 0,5% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno.

Male il Giappone, stabili Usa e Ue In Giappone si è registrata invece una nuova e maggiore contrazione, con il Pil sceso al -0,9% rispetto al -0,8% dell’ultimo trimestre 2010, "riflettendo in parte gli impatti del disastro naturale dell’11 marzo 2011". Negli USA la crescita è stata pari al +0,5% contro il +0,8% del trimestre precedente. Nell’Unione europea il Pil è salito dello 0,8% contro il +0,2% degli ultimi tre mesi del 2010. Su base annua, il Pil del primo trimestre dell’area Ocse ha registrato un progresso del 2,5%, in calo rispetto al +2,8% del quarto trimestre 2010. Tra i paesi del G7, la Germania ha messo a segno il maggior tasso di crescita del 4,8% e il Giappone il più basso al -0,7%

L'Italia cresce meno dell'Europa Il Pil italiano è invece sostanzialmente stabile, con un incremento di appena lo 0,1%, lo stesso livello dell’ultimo trimestre 2010. Su base annua, invece, la crescita italiana è rallentata, passando dal +1,5% del quarto trimestre 2010 al +1%.

Scendono i consumi L’Ufficio studi di Confcommercio, intanto, ha rivisto al ribasso le previsioni sui consumi per il 2011 e il 2012, rispetto a quanto stimato a marzo scorso. La spesa delle famiglie nel 2011 crescerebbe solo dello 0,7% (da +0,9% di marzo) e nel 2012 dell’1,2% (+1,5%). Secondo lo stesso ufficio, inoltre, ci vorranno quasi trent’anni per colmare il divario tra Centro-Nord e Sud del Paese: "Ipotizzando un tasso di crescita differenziato per Centro-Nord e Mezzogiorno, con le regioni di quest’area decisamente più dinamiche al 3%, mentre quelle centro-settentrionali ad un ritmo più modesto dell’1%, simile a quello sperimentato dalla nostra economia negli ultimi 15 anni, occorrerebbero quasi 30 anni per colmare il divario in termini di reddito pro capite tra le due principali aree del Paese", si legge nel Rapporto sulle economie territoriali e il terziario di mercato elaborato dall’Associazione. E "la probabilità di ottenere nella media trentennale un tasso di variazione del Pil del 3% per anno nel Mezzogiorno è, allo stato attuale, straordinariamente esigua".

Ecco perchè, secondo Confcommercio, è necessario "mettere a reddito i fattori di cui i territori dispongono" e sembra immediato identificare il capitale ambientale e artistico come principale risorsa da mettere a reddito nel Mezzogiorno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica