Offerte, più tutele e servizi: boom del turismo nel 2011

Il settore solo a luglio ha registrato un saldo netto positivo di due miliardi e mezzo di euro Vincente la riforma varata dall’ex ministro Brambilla: più 7,3% di stranieri in sette mesi

Offerte, più tutele e servizi:  boom del turismo nel 2011

Un saldo netto positivo di circa due miliardi di euro, mezzo miliardo in più dello stesso periodo del 2010; più 12,1 per cento di spesa dei viaggiatori stranieri, che tradotto in euro significa 4.433 milioni di euro.
La fotografia del turismo fatta da Bankitalia e relativa al mese di luglio del 2011 illustra da sola i risultati che il governo guidato da Silvio Berlusconi ha raccolto nel settore. Nei due anni e mezzo di vita del ministero (è stato istituito a maggio del 2009) affidato a Michela Vittoria Brambilla, il comparto turistico ha avuto un trend di crescita costante. Uno sviluppo continuo che ne ha fatto l’unica attività produttiva che non solo ha retto alla crisi, ma che è riuscita addirittura a crescere. I dati, relativi ai primi sette mesi del 2011, da gennaio a luglio, sono eloquenti: più 7,3 per cento di stranieri alle frontiere con un incremento della spesa del 9,7 per cento; più 15,9 per cento di vacanzieri provenienti dall’America; più 4 per cento di visitatori da Paesi Ue. Ed ancora, boom di turisti da Paesi più lontani, quei mercati emergenti su cui il governo Berlusconi ha scommesso con campagne mirate che hanno avuto effetto, se è vero che sono arrivati l’86 per cento in più di cinesi, l’84,8 per cento in più di messicani, il 38,3 per cento in più di australiani, il 22,1 per cento in più di brasiliani e il 20,6 per cento di russi. Per non parlare poi del turismo interno: due italiani su dieci, l’80,9 per cento, nell’estate del 2011, hanno scelto una meta italiana per le vacanze estive.
Segno «più». Ovunque. Anche in un settore «meno» per antonomasia in questo periodo di crisi: quello del numero di occupati. Il comparto turistico ha resistito bene, mantenendo il livello di circa 2 milioni e mezzo di addetti (tra diretti e indotto). «Ho lasciato un settore in crescita – dice l’ex ministro Brambilla – e che è cresciuto grazie al grande lavoro del governo in questi anni. I nostri sforzi di ammodernamento, con una ridefinizione dell’offerta turistica e un impegno particolare di promozione dell’Italia nei mercati tradizionali ma anche nelle grandi economie emergenti hanno dato i loro risultati. In questo è stata molto incisiva l’opera dell’Enit, che il governo Monti voleva sopprimere e che è stata salvata in extremis, con una serie di campagne mirate e differenziate».
Proprio la differenziazione dell’offerta turistica, con l’individuazione di 13 tipologie di eccellenze italiane (mare, montagna, città d’arte, laghi e fiumi, turismo religioso, natura, enogastronomia, termale e benessere, sport e golf, turismo congressuale, giovanile, artigianato e made in Italy, arti e spettacolo) è stato uno dei punti qualificanti della riforma del turismo, «la prima della storia della Repubblica italiana», ricorda con orgoglio l’ex ministro. Una riforma che ha reso sistema una normativa complessa e frammentata. Tre gli obiettivi: tutela del turista, aiuti alle imprese e riqualificazione dell’offerta. Le iniziative? Una miriade: i buoni vacanza che hanno mandato in ferie a metà prezzo migliaia di famiglie meno abbienti grazie al 45 per cento dei costi sostenuti dallo Stato; Easy Italia, il centralino multi-lingue (039039039) che assiste il turista; la tutela del viaggiatore che si vede la vacanza annullata o che viene truffato dalla prenotazione on line; l’obbligo di trasparenza con le «stelle» non solo per gli alberghi ma per tutte le strutture che si occupano del turista; e poi l’attenzione ai disabili, il rafforzamento dei diritti dei portatori di handicap (il manifesto per il turismo accessibile voluto dall’ex ministro è stato recepito dall’Enat, network internazionale per il turismo dei disabili). Una rivoluzione. Anche culturale, come quella che ha incrementato le strutture turistiche animal friendly, quelle cioè dove è possibile portare i propri animali domestici. Una misura che agli italiani è piaciuta, visto che il 31,9 per cento in più, rispetto al 2010, quest’anno ha portato con sé in vacanza cani e gatti.
Forte spinta innovativa dal governo Berlusconi anche per le imprese che si occupano di turismo. Prima solo alberghi e agenzie di viaggio erano classificati come imprese industriali, e dunque erano i soli a percepire gli incentivi. Con la riforma Brambilla sono diventate imprese industriali tutte quelle che a vario titolo si occupano del turista, dal Bed&Breakfast al ristorante, dal bar allo stabilimento balneare. «Nel mio lavoro di ministro – dice Brambilla – ho portato l’esperienza di cinque anni di presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio. Sapevo di cosa quelle imprese avevano bisogno, ero il loro sindacalista». Tra le misure, un fondo di 3 miliardi e 600 milioni di euro messo a disposizione grazie alla collaborazione di otto banche, per condizioni tarate sui bisogni di questo tipo di aziende.
Ultima novità in ordine di tempo, inserita nella manovra di luglio del governo Berlusconi, la liberalizzazione di giorni e orari di apertura dei negozi per città d’arte e centri a vocazione turistica. «Sul tema – dice l’ex ministro – a luglio ho commissionato un sondaggio a Ipsos: 78 italiani su 100 hanno approvato. Avevo già predisposto il provvedimento che estende a tutta Italia la liberalizzazione, e mi fa piacere che il governo Monti l’abbia mantenuto e inserito nella manovra» Insomma, bilancio positivo. Con la soddisfazione aggiuntiva, per l’ex ministro, di essere eletta presidente dell’Omt, l’agenzia specializzata dell’Onu che si occupa di turismo.

Consigli al governo Monti? «Devono continuare nella direzione avviata – dice Brambilla – puntare molto sul turismo internazionale. E poi il Mezzogiorno. Un piano per il Sud c’è già, ed è lì, per il turismo, la grande scommessa».

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