Omaggio al teatro targato Costanzo

De Sica: «Con questo show racconto il palco che ho conosciuto»

Uno omaggio al teatro, ai suoi generi,alle sue liturgie. Ma soprattutto un pezzo di vita del protagonista, Christian De Sica, eclettico e versatile, capace di passare dal tip-tap a Cechov. Nemmeno il sudore provocato dai costumi di paillettes riesce a smorzare l’energia del figlio del commendator De Sica che in scena, con Paolo Conticini e Laura di Mauro, più dieci giovani attori-ballerini coadiuvati dal coreografo Franco Miseria, dopo l’exploit di Un americano a Parigi, Tributo a Gershwin torna al Sistina con Parlami di me, musical firmato Maurizio Costanzo e Enrico Vaime. La regia è di Marco Mattolini. «Maurizio mi ha messo in arte, forse, più di quanto non abbia fatto mio padre - confessa l’attore che in scena alternerà canzoni memorabili scritte da Trovajoli per le commedie di Garinei & Giovannini (Gente matta, Roma nun fa la stupida stasera) a pezzi internazionali come New York New York -. In questo spettacolo racconto il teatro che ho conosciuto e che ancora ricordo: una foto di me bambino schiacciato tra Rascel, Cervi e Stoppa; un pezzo tragicomico di Cechov che ho rubato a una registrazione su vinile di mio padre, cioè il dramma di un piccolo borghese che starnutisce a teatro e involontariamente colpisce un pezzo grosso dell’ufficio; aneddoti del dopo teatro, quando gli attori della compagnia vanno a cena». E ricordi birichini legati a storiche primedonne piumate della rivista. «Racconterò poco del mio privato ma c’è un pezzo dedicato a mio padre Vittorio. Una sera mi portò nel camerino di Wanda Osiris. Siccome era un po’ dura d’orecchi, dopo i convenevoli, il baciamano e le lodi di papà lei se ne uscì con una frase osé che dico solo in scena».
Smoking, ballerine, bastone e scarpe di vernice. Lo spettacolo debutterà ufficialmente il 27 febbraio e terrà il cartellone per quasi due mesi. «Sono già stati venduti biglietti per un milione di euro - giubila Costanzo -. Ricordo che Pietro Garinei insistette parecchio per farmi portare qui il Costanzo Show. Al mio primo sipario avevo una voglia matta di scappare, poi però fu bellissimo. Sia lui che Sandro Garinei mi hanno insegnato quel che so di teatro e conosco Christian dal ’74, anno della sua prima conduzione televisiva: Alle sette della sera».

Autore delle smaglianti 18 puntate di quel programma era proprio Maurizio Costanzo che oggi, ripensando al compianto Garinei e all’ultimo progetto teatrale cullato insieme mormora: «Il teatro è il mio vizio, sono un voyeur della platea. Vivo per il piacere di riempire le sale. Il teatro? Mantiene giovani. Ho ancora nelle orecchie la voce di Pietro che mi dice: ci serve un pezzo memorabile».

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