Paolo Giovanelli
da Milano
Ci sono due intoppi sulla strada dellOpa dellEnel su Suez: la garanzia che il governo francese non introduca «pillole avvelenate» dopo il lancio dellOpa e una sia pur relativa certezza che ci sia lacquirente per il settore acqua e ambiente della società francese. Secondo lagenzia Radiocor il presidente di Enel Piero Gnudi e alcuni consiglieri, in un duro scontro nel cda hanno chiesto che non venga lanciata lOpa senza prima aver trovato il compratore. Si continua a fare il nome della francese Veolia, senza dimenticare i fondi Macquarie e Terrafirma Capital. Il valore delloperazione sarebbe sui 15-20 miliardi. E così i tempi dellOpa potrebbero allungarsi.
Intanto in Borsa il titolo Suez ha ripiegato del 2,48% a 34,81 euro, dopo che martedì aveva registrato un balzo del 5,4%. Secondo gli analisti del settore la Borsa sta registrando le incertezze degli operatori che stanno cercando di identificare il prezzo a cui potrebbe essere lanciata lOpa. E i prezzi di Borsa di questi giorni incorporano già il premio previsto per lOpa: se lofferta non fosse lanciata gli analisti prevedono un pesante scivolone dellazione Suez. Alcune fonti ritengono così che unofferta intorno ai 36-37 euro avrebbe buone probabilità di successo, ma sarebbe decisamente cara per lEnel: il concambio Suez-Gdf penalizza infatti gli azionisti rispetto alle quotazioni di questi giorni. E ieri infatti il quotidiano francese La Tribune sosteneva che è piuttosto probabile un miglioramento a favore di Suez dei termini di concambio per la fusione, che oggi prevede uno scambio alla pari tra i titoli delle due società. Enel ieri ha ceduto lo 0,34%.
Per il momento, comunque, tutti questi sono discorsi prematuri: prima del lancio dellOpa lEnel vuole essere sicura di non andarsi a cacciare in una trappola fatta di «poison pills» o di limitazioni al voto. Il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, ha dato la sua disponibilità a un incontro con i vertici Enel (previsto per i prossimi giorni), poi dovrà esserci un vertice tra la Kroes e il governo di Parigi da cui dovrebbero (forse) uscire le garanzie richieste. La Kroes ha detto che non è disposta a tollerare «interferenze nazionali», ma il ministro francese allIndustria, Francois Loos, afferma in unintervista alla Tribune: «Oggi sul tavolo cè un solo progetto e non due: quello della fusione tra Gaz de France e Suez». Anche se a dire il vero nessuno ha mai visto alcun progetto: nè quello Enel, e neppure quello caldeggiato dal governo di Parigi. E in ogni caso per fare la fusione ci vuole una legge francese che permetta allo Stato di scendere sotto il 70% di Gaz de France. Legge che richiederà tempi lunghi. «Chiediamo alla Commissione Ue di agire in maniera ferma, per garantire la libera concorrenza» ha detto l'eurodeputato di Forza Italia, Antonio Tajani.
E a proposito di tempi, il lancio dellOpa Enel, che tutti fino a ieri davano per probabile domenica, potrebbe slittare se prima non arrivassero le garanzie richieste. E non è detto che Parigi non decida di fare melina.
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