Ora al cinema l’uomo bionico scappa

RomaA settembre la navicella spaziale della Nasa, Discovery, avrà un passeggero meno emotivo dei soliti astronauti, l’androide Robonauta. Con due braccia, due mani e quattro ruote al posto delle gambe svolgerà i lavori di un tecnico nello spazio. La notizia non ci sorprende, visto che pure la casalinga di Voghera ha la cucina intasata di robottini dal profilo umano e sa che esiste l’orecchio bionico per i sordi, o che atleti privi di arti inferiori corrono come lepri con leve al titanio, perfettamente impiantate su quel che resta del corpo. Va da sé che il cinema non sta a guardare l’evoluzione della specie, ma la precorre. Dai tempi di Metropolis (1927), restaurato dai tedeschi, che tengono allo spirito avanguardista di quel classico, Fritz Lang presentava la nonna di tutti i cyborg: il robot Maria, che si aggirava in un mondo terrificante, tanto simile al nostro, con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Adesso, però, mentre la crisi planetaria inasprisce le dinamiche, Hollywood alza l’asticella della sfida tra uomo e tecnologia, mandando in campo Repo Man, il recuperatore degli organi elettronici, comprati a rate da chi ha guasti alla salute. Il thriller d’azione futuristico di Miguel Sapochnik (pare il nome di un aguzzino di Treblinka, ma è solo un esordiente) è già uscito nel resto d’Europa, mentre da noi la Universal lo distribuirà in autunno. Nel ruolo del protagonista, killer legalizzato che ammazza chi non onora le rate del rene o del cuore bionico, c’è Jude Law, il bell’attore inglese dall’aspetto androgino, chiacchierato per le sue storie di sesso (sei anni di matrimonio e tre figli con Sadie Frost, bruciati per un flirt con la baby-sitter). Ed è partito il tormentone «Hey, Jude!» (lui si chiama così per via dell’omonima canzone dei Beatles), perché in un paio d’ore il suo soldato della Union, cioè la fabbrica degli organi bionici, stermina un bel po’ di poveracci a corto di quattrini e di forma fisica. No money, no honey (niente soldi, niente miele), d’accordo: abbiamo capito che la festa è finita, insieme alle risorse economiche del globo capitalista e che forse, in un domani non lontano, ci verranno a terminare, se non paghiamo le cambiali.
Almeno, nel primo Repo Man - Il recuperatore (1984) di Alex Cox, con Emilio Estevez nei panni d’un recuperatore di automobili, al massimo irrompeva un vecchia Chevrolet misteriosa, ambita dalla Fbi per strani motivi... Nessuno eliminava nessun altro per un ritardo nei pagamenti. Adesso è diverso, perché l’intelligenza artificiale costa, come costano i rimpiazzi artificiali degli organi vitali. Ne sa qualcosa l’Ibm, che lavora al progetto dei computer neuronali, da collegarsi direttamente al cervello. Così, tramite Jude, la cui faccia aliena dominava A.I. - Artificial Intelligence, l’industria della bionica avanzata fa penetrare un messaggio, solo apparentemente di Sci-Fi. Certo, l’evoluzione tecnico-grafica del cinema ha favorito il genere, intanto che il microchip sottocutaneo è realtà, ma la trasposizione del futuro su pellicola non è mai casuale. Intanto, resiste al box-office Iron Man 2, col supereroe Stark (Robert Downey Jr.), che combatte i terroristi grazie all’inviolabilità della sua speciale pelle bionica, una pelle di ferro.

Che l’essere umano si attrezzi per sopravvivere nelle più estreme condizioni è un dato di fatto, tradotto dal mercato in prodotti di consumo: dai cofanetti delle serie tv L’uomo da sei milioni di dollari e La donna bionica, di culto nei Settanta e ora riscoperti, al film Universal Soldier 3: Regeneration (uscito la settimana scorsa), con Jean-Claude van Damme come supersoldato che disinnesca esplosivi, guardare il futuro non è mai stato così semplice.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica