La road map per la pace nella sua, di Unione, quella che tentava invano di unire gli ex democristiani alla Clemente Mastella con i comunisti alla Oliviero Diliberto, è fallita così miseramente che negli ultimi giorni del suo governo in Senato pareva di stare sulla Striscia di Gaza. Ma adesso che in Africa c’è andato lui al posto di quel Walter Veltroni che è stato fra le cause della fine dell’era di Romano Prodi, l’ex premier ci riprova. E chissà che la politica estera non gli dia più soddisfazioni di quella interna. Così, nella sua veste di “inviato in Africa per le Nazioni Unite”, il presidente ha consegnato a New York ai vertici dell’Onu il rapporto relativo ad un piano di peace keeping in Africa. Ironia della sorte, se pure africana, si tratta sempre di Unione. Ma bando alla scaramanzia, dice una nota dell’ufficio stampa di Prodi che “il rapporto è stato curato da un gruppo di esperti di alto livello guidato dallo stesso Presidente Prodi ed istituito sulla base di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’aprile 2008”. Il rapporto valuta in profondità, sulla base delle esperienze precedenti, un coinvolgimento più ampio dell’Unione Africana, appunto, nelle attività di “peace keeping” in Africa. E propone nuove modalità disupporto delle operazioni relative agli aspetti finanziari, alla logistica e agli equipaggiamenti. In sostanza, affida maggiori responsabilità all’Unione Africana, ma tenta di fornirle anche gli strumenti e i mezzi necessari. La consegna del rapporto, che è avvenuta nei tempi previsti, segna dunque la conclusione della prima fase dell’incarico assunto da Prodi nello scorso mese disettembre presso l’Onu.
Il rapporto verrà ora trasmesso al Consiglio di sicurezza in vista della presentazione da parte del Professore, e della sua discussione, previste per l’inizio dell’anno prossimo. Il Rapporto resterà riservato fino alla sua distribuzione ai membri del Consiglio di sicurezza. Che mica si può rischia di far la fine dell’Unione italiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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