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Padoa-Schioppa: «Alitalia sarà ceduta prima dell’estate»

da Milano

Il vertice di ieri sull’Alitalia tra sindacati e governo il suo scopo l’aveva ottenuto con ampio anticipo: quello di far revocare, con la sua sola convocazione, lo sciopero che era stato programmato per il 19 gennaio. Ieri quindi si è trattato più di una relazione ufficiale che di un confronto, con tutte le (numerose) sigle sindacali schierate di fronte a Enrico Letta (presidenza del Consiglio), Alessandro Bianchi (Trasporti), Cesare Damiano (Lavoro) e Tommaso Padoa Schioppa (Tesoro, azionista di maggioranza di Alitalia). Sono emersi tre elementi forti. Primo: la procedura si concluderà entro l’estate; secondo: la valutazione del piano industriale sarà determinante e farà aggio sul prezzo; terzo: senza riforme strutturali, di sistema, qualunque acquirente si troverà a fronteggiare gli stessi problemi con i quali combatte oggi l’Alitalia. Governo e sindacati manterranno due «tavoli» di discussione, uno a palazzo Chigi e uno al ministero dei Trasporti, per un continuo aggiornamento, rispettivamente, sui temi della privatizzazione e del piano del trasporto aereo (primo incontro, 13 febbraio).
Padoa-Schioppa ha ribadito che il governo è ampiamente consapevole dell’importanza e della delicatezza della situazione; ha riferito che il governo, nell’affrontare il caso Alitalia, ha valutato varie ipotesi di soluzione (non ha indicato quali) decidendo di procedere alla vendita («per assicurare un futuro alla compagnia») solo dopo l’analisi delle alternative. Ha ribadito che si tratta di una gara trasparente e garantista, che premierà la qualità delle offerte e degli offerenti.
Sempre tracciando le linee della strategia del governo, il ministro-azionista ha ribadito che è interesse del Paese mantenere la «centralità» di Alitalia all’interno del trasporto aereo nazionale, assicurando che sarà compito dello Stato, pur privatizzando, quello di garantire che la compagnia di riferimento continui a restare tale. Non ha specificato se il Tesoro manterrà una quota del capitale, o se si priverà di tutte le azioni; tema che era stato sollevato già prima della riunione dal fronte sindacale, ansioso di alleanze «paritarie» e contrari a un’acquisizione da parte delle maggiori compagnie europee. Le sigle confederali, durante la riunione, hanno tentato qualche «allungo» più specifico, cercando di entrare nel merito dei progetti industriali.
Padoa Schioppa ha anche indicato un calendario di massima della privatizzazione, che non si discosta dalle scadenze già ipotizzate: entro pochi giorni sarà completata la valutazione delle manifestazioni d’interesse, quindi si aprirà la fase delle offerte non vincolanti (febbraio-marzo), alla quale seguirà quella delle offerte vincolanti (aprile-maggio). Entro l’estate il vincitore (ammesso che tutto vada secondo gli auspici).


Apprezzamenti da parte sindacale, che ha offerto un periodo di tregua. In serata il Tesoro ha smentito la notizia, diffusa dai sindacati fuori da Palazzo Chigi, che all’assemblea del 22 febbraio Giancarlo Cimoli potrebbe essere rimosso dal vertice della compagnia (meno 0,9% in Borsa).

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