Politica

Padova, Bpi «sfida» Abn: quattro gruppi interessati

Massimo Restelli

da Milano

Si preannuncia una partita a quattro per il destino di Antonveneta. A cercare di raffreddare le mire di Abn Amro sull’istituto padovano è stata la stessa Banca Popolare Italiana che, dopo aver difeso la solidità dei propri conti, ha ribadito di aver registrato «il concreto interesse» da parte di «primari» gruppi non solo italiani. I colloqui sono ancora in una fase embrionale ma, secondo indiscrezioni, ad avere lavorato sull’opportunità di un intervento sarebbero stati Royal Bank of Scotland e, malgrado la freddezza ufficiale, Banca Intesa: oltre a Dresdner a seguire le trattative è in prima persona il numero uno di Lazard, Arnaldo Borghesi.
Tra i candidati più accreditati figurano poi Bnp Paribas e Deutsche Bank, mentre Bpu sembra in una posizione defilata. Al termine di 3 ore di consiglio, l’amministratore delegato Giorgio Olmo (accompagnato dal coordinatore delle direzioni centrali, Paolo Landi, e dal responsabile del corporate management, Giovanni Vismara) è volato a Roma per mostrare a Bankitalia la fotografia scattata dagli advisor. Sul tavolo dell’Authority c’è infatti lo sblocco della doppia offerta su Antonveneta (ora sospesa) che Bpi ha confermato di voler portare a termine. Sfida cui il gruppo è convinto di presentarsi con le carte in regola: dopo aver avviato iniziative legali a tutela della propria immagine la banca ha infatti detto di contare su un patrimonio netto di 4 miliardi e su 3 miliardi di liquidità. Sopra la media i parametri patrimoniali (senza considerare Antonveneta il Tier One si attesterebbe al 16,52% rispetto a un minimo di legge del 4%) così come sono in salita i conti a fine giugno: la raccolta diretta è migliorata del 26,5% e gli impieghi del 10,9%. Una carta, quella di Bpi, che ha anche deciso di razionalizzare la rete in Toscana (Cr Lucca), giocata alla vigilia del Cicr dove oggi si discute sull’assetto di Bankitalia e sulle scelte del governatore Antonio Fazio, da sempre strenuo difensore dell’italianità del sistema e in stretti rapporti con l’ex numero uno di Bpi Gianpiero Fiorani (ora sospeso dai propri incarichi).
Abn, con cui mercoledì è stato tuttavia aperto un canale diplomatico, ha confermato la disponibilità a riconoscere 26,5 euro per ogni azione Antonveneta ma Bpi è intenzionata a ricavare la migliore contropartita possibile, anche in termini di sportelli. Molto tuttavia dipenderà dall’orientamento della Consob, che la prossima settimana dovrebbe procedere a un nuovo round di audizioni per arrivare a scrivere il proprio verdetto a settembre.

E della magistratura che ha messo sotto sequestro il 40% di Padova nella mani del fronte Bpi, nominando custode Emanuele Rimini.

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