Venezia«Pacchiano». Boom. Colpito e affondato, senza bisogno di aspettare l’alta marea. A lanciare il siluro letale contro il Carnevale di Venezia è nientemeno che il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, uno che dice sempre quello che pensa, specie quando pensa male. Stavolta, però, qualcuno potrebbe eccepire sul fatto che a parlare male della tradizionale manifestazione sia proprio il principale esponente e promotore della Regione in cui questo evento si svolge. Ma il Veneto è salvo con una precisazione ancora più velenosa: «Sono orgoglioso e felice per il fatto che il più gustoso, raffinato, colto Carnevale abbia luogo a Padova, nel grande caffè storico Pedrocchi. Mentre Venezia si dibatte tra polemiche, conteggi di arrivi e partenze, pacchianate di vario genere che attirano le folle, ma lasciano dietro di loro il nulla, c’è chi riesce a fare del Carnevale una originale risposta alla crisi».
Apriti cielo. Padova meglio di Venezia? Se il reato di lesa maestà è compiuto da «sua maestà» il governatore, probabilmente l’impunità è garantita. Certo, a metterci un po’ del suo era stato anche il direttore artistico del Carnevale di Venezia, Marco Balich, che aveva liquidato le precedenti edizioni come terreno di scambio di favori elettorali. Spazio dunque, col beneplacito, e pure qualche doblone, del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, alla creatività abbacinante di uno che, tra le altre cose, ha pure orchestrato le cerimonie inaugurali e di chiusura delle ultime Olimpiadi invernali di Torino.
«Ha creato un modello dispendioso - ha obiettato Galan - che non sollecita la creatività delle categorie veneziane che si limitano ad accogliere i turisti».
Padova invece? «Parlo da assessore alla Cultura della Regione - insiste Galan - e sento di dover elogiare chi, senza nulla chiedere all’amministrazione regionale, si industria con garbo e creatività culturale per fare del Carnevale nel Pedrocchi uno spazio aperto a teatro, musica, poesia, arti visive e cucina. L’edizione di quest’anno poi attrae più del solito, almeno per quanto mi riguarda, visto che nel nome di Gargantua e Pantagruel, dal Pedrocchi passano maccheroni alla Casanova, risotti amorosi, frittatine capricciose, scaloppine fiammeggianti, fragole e dolci».
Cacciari liquida l’uscita galaniana con indifferenza: «Contento lui, contenti tutti». Intanto ieri, quasi a voler dare una pezza giustificativa all’affondo di Galan, è stata inaugurata a Venezia la Fiera della maschera e del gusto, con una madrina d’eccezione, la pornostar Vittoria Risi. Anche Padova, per la verità, non si è fatta mancare la polemica per via del manichino di una suora in posa sexy, con tanto di giarrettiera bene in vista, e con reazione sdegnata del parroco di Voltabarozzo.
«Non tutti possono vantare le tradizioni aristocratiche del Pedrocchi - chiude Galan - però chiunque, in tempo di Carnevale, può fare del proprio locale uno spazio riservato al bello e al buono delle nostre migliori tradizioni».
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