Pagata meno degli uomini, fa causa e i giudici le danno ragione

In Francia la Corte di cassazione accoglie il ricorso di una dipendente che aveva fatto causa per "discriminazione salariale"

In Francia una decisione della Corte di Cassazione ha dato ragione a una dipendente che aveva denunciato il proprio datore di lavoro per discriminazione salariale legata al genere con una comparazione dei suoi compensi con quelli dei suoi colleghi uomini, anche se questi non esercitavano le stesse mansioni.
Tra la donna e i suoi colleghi maschi, scrive la sentenza della Corte d'appello di Parigi approvata dalla Cassazione, c'è "lo stesso livello gerarchico, di classificazione, di responsabilità e di importanza riguardo il funzionamento dell'azienda". Inoltre ci sono "capacità comparabili e un carico di stress dello stesso tipo". La signora in questione è una responsabile delle risorse umane di un'azienda francese, che ha preso come termini di paragone per corroborare la sua causa gli stipendi dei colleghi uomini, alla direzione della politica commerciale e finanziaria, membri come lei del comitato di direzione.
La donna, si legge nella decisione del giudice ripresa dal quotidiano economico Les Echos, ha "un'anzianità maggiore e un livello di studi simile" a quello dei colleghi, ma era meno pagata, senza che il datore di lavoro avesse apportato "prova di elementi altri alla discriminazione che giustificassero questa disparità di trattamento".
Secondo uno studio dell'Ocse pubblicato ieri, le donne in Francia continuano ad essere pagate meno degli uomini e a ottenere promozioni con maggiore difficoltà per colpa in particolare dei timori legati alla maternità.

In media il gentil sesso ha un stipendio inferiore del 19 per cento (differenza che sale al 27 per cento tra i 39 e i 49 anni); inoltre lo scarto tra i salari tra i due sessi a parità di competenze è del 10 per cento e tra i dirigenti sale al 30,8 per cento.

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