Maxi sequestro della Dia: bloccati 7,2 milioni a imprenditore messinese

La Dia di Messina, su disposizione del Tribunale, ha eseguito un decreto di sequestro apponendo i sigilli all’ingente patrimonio di quasi 7 milioni e 200mila euro nella disponibilità di un noto imprenditore edile della provincia messinese

Maxi sequestro della Dia: bloccati 7,2 milioni a imprenditore messinese

L'imprenditore edile Domenico Giuseppe Molino, di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato coinvolto nel procedimento penale "Gotha VII", per il quale è stato condannato in primo grado a 11 anni di reclusione per avere commesso, in concorso con altri, reati di estorsione e trasferimento fraudolento di valori, avvalendosi dell'aggravante mafiosa. Nello stesso procedimento risultano condannati, tra gli altri, alla pena di 2 anni, la moglie e il prestanome. Molino risulta imprenditore ben inserito nel clan dei barcellonesi; con alcuni componenti ha intessuto, fin dagli anni '80, stretti legami di tipo "familiare-affaristico". Al matrimonio di Molino era presente, sottolinea il giudice che ha disposto il provvedimento di sequestro, lo storico boss barcellonese, Giuseppe Gullotti. Inoltre, dai collaboratori di giustizia Carmelo D'Amico, Santo Gullo e Carmelo Bisognano viene indicato quale persona facente parte del "Gruppo di Gala", appartenente alla più ampia famiglia barcellonese, e poi confluito in quello capeggiato dal collaboratore D'Amico.

Come confermato dalle recenti ordinanze cautelari, personali e reali, emesse nell’ambito dell’operazione Gotha VII, l'imprenditore risulta ben inserito nel contesto della criminalità organizzata riconducibile al "clan dei barcellonesi" con esponenti del quale ha intessuto, fin dagli anni Ottanta, stretti legami di tipo familiare-affaristico. Sulla scorta delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, l'imprenditore viene indicato quale persona facente parte del sodalizio criminale già conosciuto quale "Gruppo di Gala", appartenente alla più ampia famiglia barcellonese, e poi confluito in quello capeggiato dal collaboratore di giustizia Carmelo D'Amico. "La sua proclività a delinquere - spiega la Dia - è comprovata non solo dai ripetuti contatti con rinomati pregiudicati, ma ancor di più è dimostrata dal vincolo che lo lega alla famiglia Milone, di cui risultano intranei al medesimo gruppo mafioso Filippo ed Agostino, rispettivamente suocero e cognato del proposto, soggetti coinvolti in diversi procedimenti penali anche per reati in materia di droga ed estorsione".

Sigilli sono stati apposti a due imprese attive nel settore edile: "Gramey Srl" e "Edil Delta srl", 21 immobili dislocati a Barcellona Pozzo di Gotto e Crotone, oltre a vari beni mobili e svariati rapporti finanziari.

Le indagini esperite sul conto della famiglia Molino, supportate dalle risultanze degli accertamenti finanziari sui conti bancari intestati a terzi compiacenti, hanno permesso di rilevare una totale incapienza reddituale, recepita in toto dal Tribunale di Messina, riferita all’intero patrimonio oggi sottoposto a misura di prevenzione.

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