Prescrizione, gli avvocati dichiarano guerra: "Processi infiniti"

Dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma sulla prescrizione voluta dai 5 Stelle. E sul tema che divide anche il governo, gli avvocati di Palermo lanciano l'allarme: "É una battaglia politica del M5S"

Prescrizione, gli avvocati dichiarano guerra: "Processi infiniti"

Dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma voluta dai 5 Stelle sulla prescrizione. E mentre Luigi Di Maio e company gongolano pieni di soddisfazione, gli avvocati invece lanciano l'allarme: "Si rischia l'assenza della Giustizia". Con la nuova riforma del ministro Alfonso Bonafede, è stato radicalmente stravolto il sistema giudiziario. Sono stati infatti fermati i tempi per la prescrizione dopo il giudizio di primo grado. E questo porterà - secondo gli avvocati - a processi infiniti.

E sul tema che divide anche il Governo, gli avvocati lanciano l'allarme. "Il rischio è quello di allungare il processo all'infinito e, nella sostanza, di non fare giustizia, perché se una sentenza arriva dopo 20 anni non è giustizia. Al contrario lo Stato alza bandiera bianca rispetto all'interesse del cittadino di avere una risposta, qualunque essa sia. Uno Stato di diritto ha la necessità di avere date certe per garantire i diritti dei cittadini". Giovanni Immordino, presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo, ribadisce con l'Adnkronos la propria "contrarietà" all'entrata in vigore delle Aquile, nuove norme sulla prescrizione. La riforma fortemente voluta dal M5s da ieri è legge, una "rivoluzione" arrivata "senza alcun confronto con il ministro Bonafede". "Con i termini della prescrizione prorogati all'infinito - spiega Immordino - rischiamo di avere un soggetto indagato anche per 20 anni in relazione a certi tipi di reato. Non mi sembra che allungare sine die lo status di indagato o di imputato nel caso di rinvio a giudizio significhi rendere giustizia al cittadino".

Anche dal punto di vista della parte offesa, secondo il presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo, la riforma non risponde alle richieste di giustizia. "In realtà la persona offesa o danneggiata può costituirsi parte civile nel processo per chiedere il risarcimento del danno - spiega -, ma anche lei verrebbe pregiudicata dal fatto di dovere subire un rinvio sine die della sentenza che accerti la responsabilità dell'imputato. Inoltre, i diritti delle persone offese o danneggiate dal reato vengono pregiudicati perché anche le vittime e i loro familiari hanno diritto di avere giustizia in tempi brevi e certi. Questo è un problema serio che a mio parere non è stato ancora colto".

C'è poi il tema dei sequestri per equivalente finalizzati alla confisca. Un aspetto "molto delicato perché, con il sequestro, i beni dell'indagato vengono bloccati per intero - avverte il presidente dell'Ordine degli avvocati - e poi si dovrà aspettare un tempo indeterminato e indeterminabile per eventualmente ottenerne la restituzione con danni incalcolabili per i soggetti innocenti".

Sulla riforma della prescrizione, secondo Immordino, "non c'è mai stata una discussione franca con il ministro, a cui più volte abbiamo chiesto di intervenire. Si tratta, come lo stesso Bonafede ha spiegato pubblicamente, di un provvedimento bandiera, di una battaglia politica del M5s a cui non si è voluto rinunciare".

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