Il Pallone d’Oro di Blatter non ha posto per l’Italia

C’è del fermento da Mendrisio a Singapore, per il prossimo vincitore del Pallone d’Oro. C’è del fermento perché, per la prima volta nella sua storia, il premio non porta la firma esclusiva dei francesi di France Football. Costoro, per evidenti motivi di cassetta, hanno venduto la loro storica rassegna agli svizzeri, nel senso della Fifa di Sepp Blatter. Costui, intuendo che il premio Fifa arrivava puntualmente in ritardo rispetto a quello parigino, ha attirato nella melassa France Football e con lo slogan del paghi due e prendi uno, piazza i migliori 23 calciatori dell’orbe, con qualche taglio che fa notizia.
Innanzitutto Diego Milito, protagonista indiscusso e indiscutibile del campionato italiano e della Champions league ma missing al mondiale sudafricano, messo da parte da un altro Diego, Armando Maradona, dunque ignorato dal colonnello in pensione Blatter che se ne frega di quello che accade in Europa e tiene a cuore il resto del mondo. Così come sono totalmente fuori lista gli italiani (per il secondo anno consecutivo e il quarto da quando esiste il premio, il 1956) e gli inglesi, nemmeno una nomination, niente di niente, Capello, Lippi e Prandelli si devono fare una ragione, quello che hanno combinato le nazionali di Italia e di Inghilterra è costato caro, eppoi se uno dovesse prendere l’Inter come esempio di mattatrice continentale dove stanno gli italiani di Moratti? A proposito di Inter, oltre ai quattro candidati Sneijder, Eto’o, Maicon, Julio Cesar (non accadeva da vent’anni che ci fossero 4 nerazzurri in lizza: Matthäus, Brehme, Klinsmann e Zenga nel ’90), c’è Josè Mourinho in attesa di premio, come Ancelotti e altri allenatori, perché il Pallone d’Oro apre anche alle panchine, diventa globale, tra qualche tempo, si può prevedere conoscendo la pelle degli organizzatori e padroni, riserverà una targa anche agli arbitri, ai dirigenti e ai massaggiatori.
C’era una volta un premio che aveva il suo fascino, prima che gli sponsor lo violentassero e lo pilotassero. Il fascino si trascinava sino a Natale, dalle nostre parti si consultavano gli aruspici e i fondi di caffè.
Poi avvenne la svolta, avvenne quello che sta avvenendo, già a ottobre si conoscono nomi e cognomi, promossi ed esclusi, la lista è ampia, oggi ventitrè, poi ridotta a tre il 6 di dicembre, la casa del Grande Fratello Blatter prevede un finale già visto, che si svolgerà non più sotto la torre Eiffel ma a Zurigo. Le quote degli scommettitori: Sneijder è favorito, seguono gli altri e tra questi Iniesta che potrebbe sfruculiare l’olandese dell’Inter.

Ma trattasi di markette senza eccitazione, il Pallone d’Oro servirà più alla Fifa che al calcio. Posso preannunciare che l’Uefa sta pensando a un Pallone di Platino, non di Platini. Sempre che Blatter non se ne voglia appropriare.

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