Panni stesi e ardesia colorano la città anni Settanta

Panni stesi e ardesia colorano la città anni Settanta

GENOVA ALLA FINESTRA (Ita 1977) soggetto e regia di di Giorgio Bergami - '25

«L'altro giorno un uomo mi ha chiesto di aprirgli il portone, ma io non l'ho fatto. Magari abita qui, ma...». La diffidenza genovese d'un tempo. Una chitarra acustica lievemente scordata, rumori di traffico, clacson. Siamo in viaggio, in sopraelevata: la Genova del 1976 scorre davanti ai nostri occhi, dalle Grazie a Caricamento. Uno sfacelo: desolata, decadente, trascurata, grigia. Quasi tutte le facciate dei palazzi ridotte allo stremo. È una bellezza celata, stanca, offuscata dal tempo e soprattutto dall'incuria. Voci della strada si susseguono: «belin, non si può più venirci qui, si parla solo di politica e mai di pallone (in dialetto)» e ancora: «guarda che chiamo l'uomo del sacco eh?». La telecamera plana tra Sottoripa e Fossatello sul cantautore Sergio Alemanno, chitarra a tracolla, mentre canta «O Strassè»... Gli occhi di una città: «Genova alla finestra» è documento imperdibile, testimonianza preziosa, sguardo indietro indispensabile per «fare memoria», anche rispetto alle recenti trasformazioni degli spazi urbani. L'autore è il genovese Giorgio Bergami, classe 1937, noto fotografo teatrale nonché fotoreporter dalla grande sensibilità e dallo sterminato archivio. Il suo bellissimo mini film non ha nulla di turistico o didascalico; lascia parlare la gente e le ...finestre (spesso rotte). È un fiorire di facciate, volti, panni stesi, tetti, grondaie, vasi di fiori, marmi e ardesia. Evita il mare e la Lanterna (si intravedono appena), divide il narrare visivo e sonoro in tre parti: la città vecchia, quella nobiliare (con musica contemporanea), il cemento (la speculazione dei '60) del «moderno». Porge angoli, scorci, vedute oblique e di sponda, segmenti di luoghi perduti. Riconoscerli spesso non è agevole ma sempre piacevole: molti carruggi, sprazzi di S. Matteo, Via Cairoli, il Carmine, i Macelli, Palazzo Rosso, ecc. Mostra botteghe dal sapore antico (la tripperia di Vico Casana, la friggitoria in Via dei Giustiniani, il marmista ed il falegname in Borgo Incrociati, l'osteria di Ponte Calvi) e parole premonitrici: «qui verrà il centro di Genova un giorno». Da non perdere le sequenze all'interno della vecchia Osteria «Stella» della Lisa al Carmine. Magnifica quella con i trallallero dei Canterini della Vecchia Sturla diretti da L. Dodero. La loro «Bella Marinin» è un piacere da ascoltare (e da vedere, per gli abiti, l'atteggiamento, l'incredibile tappezzeria della loro sede a Marassi: un tuffo diretto negli anni '70). Notevoli il montaggio, fluido e curatissimo, la regia naturalmente «fotografica», le trovate sonore, le tante idee, l'essere avanti che traspare. Poco dopo la camera inizia a girare vorticosamente, quasi fastidiosa, poi scende dalle cime dei palazzi fino a mostrare a ripetizione insegne di banche. Come se la Storia fosse un imbuto che finisce nel... denaro. E si arriva al moderno. Una fetta di città che diventa verticale, arida, spersonalizzata. Palazzi inguardabili, case popolari con assurdi poggioli a punta o a muro, spazi aggrediti e compressi, il cemento padrone. Si intuiscono Via Marzabotto, Via Gaeta, cenni di Oregina, Quezzi. La televisione inizia ad occupare tempi e famiglie. Molto belle le sequenze all'interno dei negozi dell'epoca. Appaiono i bambini (spesso del sud), fino a quel momento assenti, poi la Lanterna, per ricordare dove siamo: era Genova, poteva essere ovunque. E ritorna a scorrere la città dalla sopraelevata, fino all'inizio di Via Gramsci, per concludere il viaggio. La chitarra dell'inizio adesso è scordatissima. Affascina rivedere la città che fu e quella che non doveva essere, è esercizio utile. Anche per i negazionisti della trasformazione di Genova e per gli smemorati. Costò non poco per l'epoca: 11 milioni; nacque come «prova» per la direzione della fotografia di un film teatrale, vinse un Premio Statale (sez.

Corti) nel 1978. Ma soprattutto costituisce il più vero, sanguigno e amorevole omaggio visivo alla città mai realizzato.
Non disponibile attualmente, reperibile c/o G. Bergami / Fond.Babele - Via Giustiniani 88/90r.

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