Il Papa arriva in sinagoga e i rabbini litigano

RomaMentre si avvicina il momento in cui Benedetto XVI varcherà la soglia della Sinagoga di Roma, il terzo tempio ebraico da lui visitato, dopo quello di Colonia (2005) e di New York (2008), ieri ad emergere è stato il dissenso nel mondo ebraico italiano. Il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, ha rilasciato a un giornale tedesco dichiarazioni piuttosto dure sull’imminente visita, contestando di fatto l’atteggiamento tenuto dai responsabili della comunità ebraica di Roma e dal rabbino capo della Capitale, Riccardo Di Segni.
Laras, annunciando che domenica non sarà in Sinagoga a Roma, ha sostenuto che «solo la Chiesa trarrà benefici» dall’evento, ha ricordato che l’idea di annullare la visita dopo la firma del decreto sull’eroicità delle virtù di Pio XII era condivisa da molti in Italia, «soprattutto da parte delle famiglie dei superstiti della Shoah» e che comunque la comunità ebraica avrebbe dovuto chiedere un chiarimento più significativo alla Chiesa cattolica.
La risposta del rabbino capo di Roma, Di Segni, non s’è fatta attendere: «Rispetto le opinioni differenti, rispetto il rabbino Laras per la sua storia e per la sua dottrina, ma sarà il tempo a decidere quale delle due opposte visioni ha avuto ragione». Massimo rispetto per le opinioni di Laras esprime anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana: «Laras è un grande saggio, figlio della Shoah, come molti di noi, che ha guidato la più importante comunità italiana, quella di Milano. Ma è anche vero - ha aggiunto - che la presenza a Roma e il sostegno delle più importanti e autorevoli personalità del mondo ebraico internazionale, dal presidente del World Jewish Congress e dell’European Congress al rabbinato internazionale e israeliano, testimoniano l’incoraggiamento e il sostegno perché questa visita avesse luogo». «Con l’unanime convinzione che il dialogo - ha concluso Pacifici - debba andare avanti, nonostante le diverse valutazioni tra il mondo ebraico e cristiano sull’operato storico di Pio XII durante la guerra».
Una critica aperta al rabbino Laras arriva invece dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi. «Se il presidente dell’Assemblea dei rabbini italiani ha deciso di stare lontano dalla visita del Papa alla Sinagoga di Roma - ha detto l’esponente del governo - deve sapere che con questo atteggiamento offende i cattolici, soprattutto quelli che hanno sempre testimoniato amicizia e solidarietà agli ebrei e allo Stato d’Israele».
Infine, sempre ieri, sono state rilanciate le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, sul persistere tra i cattolici di atteggiamenti ostili nei confronti degli ebrei. «L’antigiudaismo cattolico esiste ancora.

Sono sicuro che quando il Concilio Vaticano II ha approvato la Nostra Aetate non tutti erano d’accordo come credo che non tutti lo siano oggi».
Tensioni e dibattiti che non sembrano preoccupare eccessivamente Oltretevere, dove si sottolinea la grande attesa e la volontà del Papa di compiere questo gesto di amicizia.

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