Il Papa: «Basta con le violenze in Irak»

da Roma

«Popolo iracheno, solleva la tua testa!». Benedetto XVI ha lanciato un appello e un grido richiamando all’attenzione della comunità internazionale la tragica situazione dell’Irak. Lo ha fatto al termine della Messa delle Palme, celebrata ieri mattina sul sagrato di San Pietro, che ha dato inizio ai riti della settimana santa. Due minuti prima di mezzogiorno, Papa Ratzinger si è rivolto ai fedeli che gremivano la piazza ricordando la morte del vescovo Rahho. «Al termine di questa solenne celebrazione, in cui abbiamo meditato sulla Passione di Cristo – ha detto il Pontefice – desidero ricordare il compianto arcivescovo di Mosul dei Caldei, monsignor Paulos Faraj Rahho, tragicamente scomparso pochi giorni fa. La sua bella testimonianza di fedeltà a Cristo, alla Chiesa e alla sua gente, che nonostante numerose minacce non aveva voluto abbandonare, mi spinge ad alzare un forte e accorato grido: basta con le stragi, basta con le violenze, basta con l’odio in Irak!».
«Ed elevo in pari tempo – ha continuato Benedetto XVI – un appello al popolo iracheno, che da cinque anni porta le conseguenze di una guerra che ha provocato lo scompaginamento della sua vita civile e sociale: amato popolo iracheno, solleva la tua testa e sii tu stesso, in primo luogo, ricostruttore della tua vita nazionale! Siano la riconciliazione, il perdono, la giustizia e il rispetto della convivenza civile tra tribù, etnie, gruppi religiosi, la solidale via alla pace nel nome di Dio!». Significative le parole contenenti l’inequivocabile giudizio sulla guerra che ha causato lo «scompaginamento» della vita del Paese, sottoposto alla barbarie degli attentati, dei rapimenti, delle stragi, in una situazione che permane estremamente grave a cinque anni dall’attacco anglo-americano.
Il Papa, che nei saluti finali ha ricordato la Giornata mondiale della Gioventù che si terrà a Sydney in luglio, nell’omelia aveva detto che, come in ogni tempo, anche la Chiesa di oggi deve scacciare i mercanti dal Tempio.

Benedetto XVI ha invitato i fedeli a domandarsi se oggi «la nostra fede è abbastanza pura e aperta, così che a partire da essa anche i “pagani”, le persone che oggi sono in ricerca e hanno le loro domande, possano intuire la luce dell’unico Dio, associarsi negli atri della fede alla nostra preghiera e con il loro domandare diventare forse adoratori pure loro».

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