Andrea Tornielli
da Roma
La scienza non deve fare previsioni «inutilmente allarmistiche» in mancanza di dati ma deve evitare anche «il silenzio, per paura, di fronte ai problemi reali». Lo ha detto Papa Ratzinger ai membri della Pontificia accademia delle scienze riuniti in Vaticano, spiegando che il progresso scientifico non può portare a negare la trascendenza. «La crescente avanzata della scienza, e specialmente la sua capacità di governare la natura attraverso la tecnologia ha notato Benedetto XVI è stata a volte legata ad una corrispondente ritirata della filosofia, della religione e persino del cristianesimo. Qualcuno ha anzi visto nel progresso della scienza moderna e della tecnologia una delle cause principali della secolarizzazione e del materialismo».
Il Papa ha invece spiegato che la Chiesa guarda con favore al progresso scientifico negando «linevitabilità del conflitto» tra questo e la fede soprannaturale, e mettendo in luce che luomo, in quanto «amministratore» del creato, è «aiutante» di Dio. «Se si pensa - ha aggiunto - a come la scienza moderna, con la capacità di prevedere i fenomeni naturali, ha protetto lambiente, al progresso delle nazioni sviluppate, alla lotta contro le epidemie ed alla crescita dellaspettativa di vita, appare chiaro che non cè conflitto tra la provvidenza divina e lazione umana».
Benedetto XVI, invitando a riconoscere laccuratezza ma anche le «inevitabili limitazioni» del metodo scientifico, ha detto: «Ciò significa evitare inutili previsioni allarmistiche quando non sono supportate da dati sufficienti o eccedono la attuale capacità di previsione della scienza».
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