Il Papa: se il pedofilo è un sacerdote crimine più grave

Duro discorso del Pontefice davanti ai rappresentanti della Chiesa irlandese. «Vigilare su chi sbaglia»

Andrea Tornielli

Gli abusi sessuali sui minori sono «enormi crimini», ancora «più tragici» se chi abusa è un uomo di Chiesa. Per questo occorre fare in modo di prevenire questi atti e sostenere le vittime. Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI, ricevendo i vescovi irlandesi presenti a Roma per la visita «ad limina». In Irlanda il fenomeno degli abusi su minori è presente in misura preoccupante e negli ultimi anni sono stati denunciati 450 casi nella sola diocesi di Dublino. Nel 2002, l’allora arcivescovo Desmond Connel, durante un’omelia, aveva chiesto scusa per i «fallimenti» della Chiesa nell’affrontare il fenomeno.
Ai vescovi irlandesi il Papa ha detto che nei casi di accuse di pedofilia che coinvolgono sacerdoti o religiosi è necessario «stabilire la verità di quanto accaduto, al fine di adottare qualsiasi misura sia necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime e a tutti quanti siano colpiti da questi enormi crimini». L’accenno alla «verità» è significativo: pur avendo voluto Ratzinger, ancora da cardinale, far fronte con regole più severe al fenomeno, giustizia vuole che sia accertata la responsabilità dell’accusato. Ma altrettanto significativo è l’accenno alla prevenzione per evitare che fatti simili si ripetano: ciò significa vigilanza, ma anche, nel caso di segnalazioni e denunce, fare in modo che il responsabile non sia più in grado di nuocere.
«Nell’esercizio del vostro ministero pastorale – ha ricordato Benedetto XVI – avete dovuto fare fronte negli anni recenti a molti e terribili casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di Chiesa. Le ferite causate da tali atti agiscono in profondità ed è un’operazione urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza là dove esse sono state danneggiate». Dopo aver elencato le sue raccomandazioni e le corrette modalità per affrontare efficacemente il problema, papa Ratzinger ha aggiunto: «Il pregevole lavoro e l’abnegazione della grande maggioranza dei sacerdoti e religiosi d’Irlanda – ha concluso il Papa – non devono essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni dei loro fratelli. Sono certo che la gente lo capisca e continui a guardare al suo clero con affetto e stima».
Come si ricorderà nel 2002 la Chiesa statunitense era stata travolta dallo scandalo dei preti coinvolti negli abusi ai minori. Alcune diocesi, chiamate a far fronte al risarcimento dei danni chiesti dalle vittime, sono sull’orlo della bancarotta. Già il 30 aprile 2001, con il «Motu proprio» Sacramentorum sanctitatis tutela, Giovanni Paolo II aveva stabilito di innalzare da 16 a 18 anni l’età del giovane perché il delitto fosse definito di «pedofilia». Inoltre, il Papa prolungava a dieci anni il periodo necessario perché il delitto cada in prescrizione e questi dieci anni scattano non da quando è stato commesso l’abuso ma da quando la vittima ha compiuto il diciottesimo anno d’età.

La nuova normativa, inoltre, prevede un vero, regolare processo per accertare i fatti, per confermare le prove della colpevolezza davanti ad un tribunale. E insiste anche sulle indagini previe che permettono di prendere dei provvedimenti cautelativi che impediscano all’individuo sospettato di recare ulteriori danni.

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