Andrea Tornielli
da Roma
Il Papa vuole consultare i suoi «ministri» sul caso Milingo e per riflettere sui preti sposati. La conferma è arrivata ieri sera, con un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, tema allordine del giorno della riunione dei capi dicastero prevista dopodomani. Le agenzie di stampa sostenevano che si sarebbe parlato di Milingo ma anche dei tradizionalisti lefebvriani. Questo secondo argomento, però, è stato escluso dalla nota vaticana, che per la prima volta rende pubblico il programma di lavoro del «consiglio dei ministri» del Papa. Benedetto XVI, si legge nel comunicato, «ha convocato per giovedì 16 novembre una riunione dei capi dicastero della Curia romana per esaminare la situazione creatasi in seguito alla disobbedienza di monsignor Emmanuel Milingo e per compiere una riflessione sulle domande di dispensa dallobbligo del celibato e sulle domande di riammissione al ministero sacerdotale presentate da parte di sacerdoti sposati nel corso degli anni più recenti. Non sono previsti altri argomenti allordine del giorno».
Che cosa significa? La formulazione sembra lasciar intendere che a partire dalla provocazione di Milingo il quale si è messo di recente alla testa di unorganizzazione di preti e pastori protestanti sposati e ordinando cinque nuovi vescovi è incorso nella scomunica si voglia prendere in esame con rinnovata attenzione il problema dei preti con famiglia a carico.
Le domande di dispensa dal sacerdozio che arrivano in Vaticano sono circa 300 lanno. Ma gli abbandoni, spesso non segnalati dai vescovi, sono molti di più. Tanti preti, infatti, non rivolgono una regolare domanda alla Santa Sede. In continua crescita, però, sono anche le domande di riammissione (circa 1.200 lanno) da parte di sacerdoti «pentiti», spesso anziani. Di fronte a questa situazione, Benedetto XVI vuole vederci chiaro. Va chiarito, in ogni caso, che il Papa consulta molto i collaboratori e chiede pareri ai capi dicastero, ma non è detto che da queste consultazioni debbano scaturire decisioni concrete o immediate o anche soltanto decisioni in merito.
Altra cosa ancora, rispetto allordine del giorno della riunione, è il tema dellordinazione di uomini già sposati di provata fede, i cosiddetti «viri probati», alla quale si è accennato nel Sinodo dellottobre 2005. In quella occasione, il relatore, il cardinale Angelo Scola, disse che non era ragionevole pensare a questa soluzione.
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