da Parigi
«Dobbiamo prepararci al peggio», ha dichiarato ieri in unintervista radio-tv il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner a proposito del nucleare iraniano. Stupito dalla frase di Kouchner, uno degli intervistatori gli ha chiesto che cosa possa significare lidea di quel «prepararsi al peggio». Il titolare del Quai dOrsay ha dato con molta calma, soppesando bene le parole, una risposta impressionante: «Prepararsi al peggio vuol dire prepararsi alla guerra». Ormai è chiaro: la Francia di Sarkozy prende in considerazione lidea di un intervento militare contro lIran per impedirgli laccesso allarma nucleare.
Una linea in sintonia con gli Usa: indiscrezioni di stampa hanno affermato che Washington sta mettendo a punto i piani di un eventuale attacco allIran, volto a distruggerne il potenziale nucleare prima che questo possa diventare operativo.
Nel suo discorso di fine agosto agli ambasciatori francesi, Sarkozy aveva lanciato un monito allIran: «Speriamo si possa evitare aveva detto una situazione gravissima, in cui la comunità internazionale dovrebbe scegliere tra due possibilità ugualmente terribili: ammettere che lIran disponga di armi nucleari o lanciare operazioni militari per impedirlo».
Ieri Kouchner ha precisato che la Francia «intende perseguire la via del negoziato» per portare lIran a più miti consigli. Tuttavia ha voluto lanciare due ben precisi segnali agli iraniani: 1) se continuano nel loro programma nucleare militare, pagheranno un prezzo elevato anche in termini economici; 2) la preparazione dei piani militari va avanti in fretta («Si stanno mettendo a punto piani militari che costituiscono una prerogativa degli Stati maggiori», ha detto). Infine Kouchner ha precisato che leventuale iniziativa militare «non è per domani».
Anche a Berlino cè aria di tensione.
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