Parigi sapeva tutto da gennaio Poi il voltafaccia

Le tappe della trattativa. A proporre l’operazione, nel novembre scorso, fu il gruppo francese Veolia. Breton era stato informato. Villepin ha posto poi il veto

Paolo Giovanelli

da Milano

Altro che assalto all’acqua e all’energia francese, altro che Opa ostile: a mettere in moto tutta la vicenda Enel-Suez-Electrabel sarebbero stati i francesi. Lo raccontano fonti vicine al dossier, secondo le quali dietro a tutta l’iniziativa c’era l’obiettivo di creare un colosso francese nel settore dell’acqua. Lasciando agli italiani la «fetta» dell’energia.
A muoversi sarebbe stato Henri Proglio, presidente di Veolia (la società francese che opera nel settore dell’acqua in cui lo Stato detiene una quota intorno al 12%), che lo scorso 18 novembre a Roma ha incontrato l’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti. In precedenza c’erano stati contatti tra Guido Roberto Vitale e Alain Minc e il gruppo francese. A Roma, Proglio disse essenzialmente a Conti: prendiamoci Suez, a me interessa tutto il ramo dei servizi che farebbe di Veolia un vero e proprio colosso mondiale dell’acqua, tu ti prendi Electrabel e tutto il settore elettrico. Le coperture politiche, almeno a parole, c’erano: Proglio sarebbe in ottimi rapporti con il presidente francese Jacques Chirac.
A questo punto parte una serie di verifiche: Enel (assistita da Vitale & Associati) e Veolia (assistita da Lazard) iniziano a valutare un possibile accordo, basato su tre punti. Enel punta all’energia, Veolia ad ambiente e servizi con attività fuori dalla Francia, mentre ambiente e servizi in Francia sarebbero gestiti in comune in attesa di rivenderli ad altri operatori francesi per non incappare nell’Antitrust.
Il 2 dicembre si tiene una nuova riunione, questa volta a Milano, ed emerge la decisione di lanciare un’offerta congiunta su Suez. L’Opa sarebbe stata finanziata in contanti da Enel e in parte in cash e parte azioni proprie da Veolia. Il lancio dell’offerta era previsto entro la fine del marzo di quest’anno, mentre allo studio Cleary Gottlieb era affidato il compito di studiare tutti i problemi legali. Il 7 e il 13 dicembre si tengono una serie di riunioni tra le due società e tutti gli advisor, in cui si delineano meglio le strategie: viene concordato che all’Enel andrà il business dell’energia a livello internazionale, a Veolia ambiente e servizi fuori dalla Francia. Si parla anche delle dismissioni che dovrebbero seguire l’Opa: per il settore ambiente in Francia è confermato che si dovranno trovare acquirenti francesi. Nuova riunione «operativa» il 19 dicembre in cui si comincia a stendere una bozza di contratto.
A fine dicembre 2005-inizio gennaio 2006 si arriva a decidere il lancio di un’offerta congiunta diretta Enel-Veolia (80%-20%) su Suez. La responsabilità della dismissione delle attività ambientali francesi di Suez è affidata a Veolia, il resto delle dismissioni è affidato a Enel. Il 4 gennaio Enel comunica a Veolia di aver dato mandato al Crédit Suisse come advisor da affiancare a Vitale & Associati. Crédit Suisse sarà financial sponsor di Enel, mentre per Veolia scenderanno in campo Bnp Paribas e Société Générale.
A questo punto c’è un’accelerazione. L’11 gennaio è Conti a recarsi a Parigi per incontrare Proglio, che si impegna a presentare informalmente al ministro delle Finanze francese Thierry Breton l’ipotesi di un’acquisizione di Suez. Il 15 gennaio avviene l’incontro tra Breton e Proglio. Il ministro si mostra perplesso e avanza la possibilità di coinvolgere Gaz de France. Nei giorni successivi si svolgono altri incontri, in seguito ai quali Veolia informa l’Enel della necessità di trovare acquirenti francesi per le attività nell’acqua di Suez, prima di lanciare l’offerta. L’Enel risponde di essersi già attivata. Gerard Mestrallet, ad di Suez, viene informato delle intenzioni di Enel e Veolia. Secondo quanto risulta al Giornale, a informare Mastrellet è lo stesso Breton. Mastrellet si mette di traverso e si rivolge al primo ministro Villepin per ottenere appoggio. Il 9 febbraio l’Enel informa il ministro Giulio Tremonti, mentre nei giorni seguenti viene messa a punto tutta la documentazione necessaria.
Il 21 febbraio il Giornale svela il dossier Enel-Electrabel. Nello stesso giorno Villepin e Breton chiamano le controparti italiane e manifestano contrarietà all’operazione affermando che si tratta di un’Opa ostile. Il 22 febbraio Proglio, contattato dall’Enel, conferma l’intenzione di andare avanti. Chirac contatta Berlusconi e afferma che l’operazione viene fatta da Enel senza partner francesi.

In serata Veolia comunica a Conti che è stata invitata dal governo a interrompere qualsiasi trattativa insieme a Enel. Il 23 febbraio Veolia informa il mercato che non parteciperà in alcun modo all’Opa su Suez. Il voltafaccia è arrivato. Il resto è cronaca di questi giorni.

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