Parola di medici: «La vivisezione è una truffa»

Mentre, a giorni, si attende il voto in Senato sulla legge comunitaria che riguarda la vivisezione, il dibattito s'infiamma. «E così lei vorrebbe sostituire gli animali con le cellule di pomodoro?» chiese ironicamente anni fa il professor Garattini al professor Fedi, primario di urologia alla Sapienza, durante un dibattito sul tema. «Ricordo bene lo sfottò - mi risponde al telefono Fedi - Ovviamente intendevo sottolineare l'importanza delle cellule umane, non di pomodoro. Su queste cellule e su quelle staminali si deve sperimentare. Di certo sono più simili all'uomo di un topo, anche intero».
Ma perché, secondo Fedi, la vivisezione va abolita? «La vivisezione è una colossale truffa scientifica - risponde - che si tramuta in una colossale truffa economica, perché fa vendere più farmaci. Poi, fa ottenere alle case farmaceutiche leggi che comportano enormi benefici, il primo dei quali è di raccogliere quantità enormi di denaro, sia pubblico che privato. La vivisezione - si accalora Fedi - è una truffa scientifica perché i dati della sperimentazione su animali e uomo qualche rara volta coincidono, ma per la stragrande maggioranza dei casi non è così. E se coincidono, poi divergono dal punto quantitativo. Una molecola può essere eccitante per ratto e uomo, ma occorrono dosaggi diversi per ottenere lo stesso risultato. Questa non coincidenza costringe le ditte a ripetere la sperimentazione sull'uomo che è l'unico a fornire risultati corretti. Non necessita uno scienziato, ma basta il buonsenso a capire che se le ditte spendono fortune in pubblicità pro vivisezione non lo fanno perché sono buone e generose, ma perché sotto c'è un business senza fine».
Più distaccato, ma altrettanto tagliente il dottor Stefano Cagno, psichiatra, dirigente ospedaliero: «Prima di tutto la vivisezione non si basa sui criteri scientifici riconosciuti nel XXI secolo. Quindi questa pratica dovrebbe essere sostenuta non con gli slogan, ma con le metanalisi che si fanno in tutti i campi della sanità, dagli antidepressivi agli interventi chirurgici. Questo non è mai stato fatto e non viene fatto perché, si sa benissimo, darebbe un risultato negativo. Poi, la differenza tra le altre specie e la nostra è talmente abissale che, nella quasi totalità dei casi, la reale sperimentazione sull'uomo dà risultati del tutto diversi e inaspettati. Un metodo di ricerca che fallisce nella stragrande maggioranza dei casi può essere scientifico? No, è solo casuale.

La realtà è che se gli sperimentatori fossero convinti della validità della vivisezione, sarebbero loro i primi a chiedere analisi per validarla. Non lo fanno, non le vogliono, preferiscono un dorato silenzio».
Ma la gente, non sembra più convinta di quel dorato silenzio. E osserva i politici.

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