Fra arbitri, impiegati e dirigenti ne hanno acchiappati più di duecento, in Cina non stanno lì a perdere tempo a contarli, e li hanno inviati al Campo di rieducazione anti corruzione per ripulirli dopo lo scandalo che ha investito il loro campionato di calcio. Tempo ce nè poco, in cinque giorni gli arbitri corrotti dovranno rinsavire altrimenti pagheranno caro, pagheranno tutto. Nel più grande scandalo mai scoppiato da quelle parti sono già finiti sotto inchiesta oltre cento tesserati, sedici fra allenatori e dirigenti di serie A. Non si guarda in faccia nessuno, la polizia ha fatto irruzione nellalbergo dei nazionali in ritiro e li ha tenuti in caserma fino allalba. Da quelle parti picchiano duro, le accuse parlano di scommesse illecite, corruzione, risultati aggiustati e prostituzione. Non serve neppure unaccusa e tantomeno un processo, anche la giustizia qui va giù pesante ed è in vigore da anni un sistema legale per cui chiunque può essere detenuto fino a tre anni in un campo di rieducazione senza inutili e preventive lungaggini giudiziarie. I campi si chiamano Laogai, si può finirci dentro anche per protesta senza permesso, in Cina dicono che non esista cinese senza un parente rieducato al Laogai. Ma per gli arbitri si faranno delle eccezioni, concessioni che tengono i direttori di gara in unansia pazzesca. Il Beijing Youth Daily definisce i deportati partecipanti al campo e ricorda loro che non verranno avviati ai lavori forzati, no, ma dovranno seguire corsi e lezioni anti-corruzione. Poi al quinto giorno, per testare il loro grado di pentimento, quanto siano diventati bravi, obbedienti alla legge, rispettosi delle virtù pubbliche, amanti del proprio paese e del lavoro duro, verranno sottoposti a un test. «La rieducazione degli arbitri - ha detto Wei Di, capo dellAssocizione Football cinese - è una parte importante della campagna anti corruzione in corso». Il presidente non spiega cosa succederà agli arbitri che non supereranno lesame del quinto giorno ma ha precisato che verrà loro concessa la possibilità di confessare eventuali errori commessi in passato: «Se qualcuno ha sbagliato - si è augurato Wei -, dovrà immediatamente restituire il denaro percepito illegalmente. Spero che possano confessare di propria iniziativa per non perdere la possibilità di salvarsi». Sembrerebbe una minaccia, e anche se la legge cinese vieta la tortura per estrarre confessioni, questa pratica è ampiamente diffusa nei Laogai. Ma non è che vuotando il sacco ci si salvi la buccia. Gong Jianping, unico arbitro ad aver ammesso di aver pilotato una gara, fu condannato nel 2003 a dieci anni di carcere, ma fece solo 18 mesi, poi morì. Non è incoraggiante, dai.
Finora cera tutto un repertorio sui calciatori, Udsay Hussein, figlio maggiore del Rais, dopo una sconfitta li costringeva ad allenarsi con un pallone di cemento e Ammu Baba, amatissimo ct della sua nazionale, fece la stessa fine, cementato allo stadio Shaab di Bagdad. Gli arbitri ci mancavano, e adesso non pensiamo a Ovrebo e Moreno, bastano le corna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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