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«Il partito del Sud? Miccichè arriva tardi l’ho già fondato io»

Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, ma quanti partiti del Sud ci sono?
«Eh, uno, nessuno e centomila per dirla alla Pirandello. Se ne fa un gran parlare, bisogna vedere quanti ne resteranno...».
Il partito del Sud che vuole costruire il sottosegretario Gianfranco Miccichè dunque è un’altra cosa rispetto al suo?
«Assolutamente si, sono due cose diverse. Il partito del Sud di Miccichè e il nostro Alleati per il Sud sono due cose distinte».
Una «febbre» improvvisa...
«Non voglio avanzare primogeniture, ma noi del Movimento per l’Autonomia, alle ultime Politiche, avevamo nel simbolo la scritta “Alleati per il Sud”, che significava alleati per le regioni dell’area meridionale, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia. È con questo programma che abbiamo conquistato otto deputati e due senatori. Il partito del Sud di cui parlo io esiste già nei fatti».
Miccichè a Sorrento ha convocato una convention per parlare del suo partito del Sud. Lei non c’è né ci sarà. Le vostre strade si sono divise?
«Non dubito delle sue buone intenzioni, ma se davvero vuole fare il partito del Sud Miccichè deve tagliare il cordone ombelicale col Pdl. Il partito del Sud nel Pdl, così come dice lui, non può esistere. Sarebbe una contraddizione in termini. E lo dimostra proprio la storia della Lega. Il Carroccio è alleato del centrodestra. Ma nel ’94 ha mandato a casa il governo. E adesso la Lega sta col Pdl non è dentro il Pdl. Per il partito del Sud deve essere la stessa cosa. Dentro il Pdl non c’è futuro».
Il partito del Sud deve essere per forza all’opposizione?
«Non dico questo. I nostri capigruppo in Parlamento stanno mandando una nota al presidente Berlusconi: c’è scritto che noi del «Mpa Alleati per il Sud» (la dicitura Alleati per il Sud è stata aggiunta proprio in questi giorni, ndr) sosteniamo il governo, siamo leali alla maggioranza, ma non voteremo provvedimenti che siano contro il Sud. È quello che abbiamo deciso nell’ultima direzione nazionale, dove ho confermato la mia volontà di passare la mano perché voglio fare il presidente della Regione a tempo pieno».
E all’atto pratico cosa significa?
«Significa che il gruppo politico per il Sud esiste già, e che siamo pronti anche a non stare nel governo. Se devo scegliere tra sostenere il governo e il mio popolo non ho dubbi. Valuteremo volta per volta. Non abbiamo la forza per bilanciare la trazione nordista di questo governo, ma certo se si dice sì all’aeroporto di Verona e no a quello di Comiso siamo pronti a sollevare il problema».
Come si sta organizzando il suo Alleati per il Sud?
«La scorsa settimana, in occasione della direzione nazionale, abbiamo avviato una fase di apertura, la nostra idea è di lasciare libera la direzione di ogni regione per mettere insieme tutti quelli che hanno lo stesso obiettivo».
Stringendo alleanze anche a sinistra?
«Siamo aperti a tutti quelli che ci stanno, che vogliono battersi per il Sud. Fare politica è dare risposte alle esigenze dei cittadini. La classe dirigente del Sud deve darsi una mossa e combattere per la sua terra».
Come è scoppiata questa corsa al partito del Sud, copia in versione meridionale della Lega?
«Ma ha visto i dati del rapporto Svimez, ben 700mila persone che dal Sud sono emigrate al Nord per lavorare? Abbiamo il dovere morale di alzare la voce, se di fronte a simili numeri, a simili problemi, non ci si sbraccia questo vuol dire tradire la nostra gente. C’è un intero popolo che sta naufragando, chi non è andato via fa la fame, oppure elemosina un posto di lavoro che non si può certo dare a meno di non aggravare la situazione. Non possiamo star zitti quando ci troviamo contro pure l’opposizione furibonda di quelli che dovrebbero essere i nostri alleati. Non è tollerabile che si meni per il naso per mesi con i fondi Fas (Fondi per le aree sotto-utilizzate, ndr) negandoci i soldi che ci spettano».
Vengono sollevate perplessità sull’utilizzo...


«Qui hanno di fronte un presidente della Regione che è riuscito a realizzare un piano di rientro della sanità che non è stato fatto in nessun’altra parte d’Italia, cosa dobbiamo dimostrare?».
Allora pronto all’opposizione?
«Non posso accettare cose che massacrano il mio popolo».

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