Parto indolore, sempre più donne evitano di soffrire

A Milano si partorisce con meno dolore più che altrove. Un’opportunità che le nostre concittadine devono ai finanziamenti della Regione che hanno coinvolto 77 punti nascita in modo da garantire a tutte le donne lombarde di raggiungere in 30 minuti il centro abilitato più vicino. I dati parlano chiaro: dal 2005, il 70% in più delle future mamme ha chiesto l’epidurale. Eppure, qualcuna si sente ancora rifiutare e non si tratta delle rarissime partorienti alle quali non è possibile praticare l’analgesia epidurale ma delle sfortunate quasi mamme, una su cento, che non riescono a partorire con l’aiuto dell’anestesista. Come mai? «Perché - risponde Ida Salvo, direttore dell’unità operativa di anestesia del Buzzi - capitano in un momento in cui gli anestesisti non possono recarsi in sala parto perché impegnati nelle sale operatorie o in pronto soccorso. Un’evenienza che accade nell’1% dei casi, ma che dobbiamo far ben presente a tutte le nostre pazienti». E pensare che le milanesi e le lombarde sono le più fortunate, possono, infatti, ottenere più delle altre connazionali di partorire senza dolore grazie all’analgesia epidurale. Un vantaggio che devono alla Regione che dal 2005 finanzia questa metodica con investimenti di 5 milioni di euro all’anno. E in due anni i risultati si sono visti: le richieste hanno avuto un’impennata di ben il 70%. Se tre anni fa a richiedere il parto indolore era l’8,2% nel 2007 si è raggiunta quota 13,7 per cento.

Questo censimento è stato reso noto ieri alla Mangiagalli nel corso di un convegno che ha visto la dottoressa Ida Salvo risollevare il problema di includere l’analgesia epidurale nei LEA (i Livelli Minimi Assistenziali), ovvero le prestazioni che, ritenute necessarie, vengono offerte gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale.

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