Passato un lussuoso Natale ritorna a dominare la filosofia dell’egoismo

È da poco trascorso un altro Natale «lussuoso» e viene da fare alcune considerazioni. La società del tardo consumismo (sono ormai trent’anni che questa moda spendereccia riassume gli ideali di vita di buona parte della borghesia europea, e non solo di essa) ha partorito mostri intellettuali e morali che ormai attentano alle radici stesse della nostra antichissima civiltà. Uno di questi falsi principi o «pseudoconcetti» (direbbe Benedetto Croce, un «cristiano» che amava uno stile di vita francescano) è che l’uomo d’oggi, una volta raggiunto il benessere materiale, ne ottenga poi il diritto sacrosanto e indiscutibile a praticare il più crudele egoismo fino al resto dei suoi giorni, senza nulla concedere della propria felicità alla stragrande maggioranza dell’umanità che invece soffre, ha bisogno d’aiuto. Sembra impossibile, ma questa aberrante convinzione ha costretto il cristianesimo in Occidente a un ruolo secondario.

E quasi in punta di piedi e timidamente i pochi autentici spiriti cristiani sopravvissuti fanno ancora sentire la loro voce, come, evangelicamente, in un deserto, paurosi di urtare la suscettibilità di quanti perseverano nel loro intoccabile egoismo, che è condannato perfino dalla Costituzione italiana ma che essi hanno elevato, per un gioco perverso, a (folle) filosofia di vita!

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