Ritardi e guasti prima di tutto, ma anche informazioni sulle coincidenze e consigli su come arrivare a destinazione nel più breve tempo possibile. Il rosario di richieste che un «berretto giallo» riceve ogni giorno tra gli scompartimenti o sulla banchina della stazione è fatto soprattutto di questo. Interfaccia sul campo tra i pendolari lombardi e Trenitalia, i 12 assistenti di linea che da un anno esatto vigilano sulle tratte regionali sono la meta di un pellegrinaggio da parte dei viaggiatori insoddisfatti.
Ma chi se li immagina sullorlo di una crisi di nervi deve ricredersi. «Laltra sera una signora avrebbe perso la coincidenza per 7 minuti a causa di un ritardo - spiega un berretto giallo - così ho fatto aspettare il secondo treno in partenza e ha evitato unora di attesa in stazione. Il giorno dopo la donna mi ha chiamato per ringraziarmi». Cappello color canarino e cellulare acceso, i «custodi» delle linee che collegano Milano ad Arona, Porto Ceresio, Voghera, Alessandria, Brescia e Mantova se la vedono però anche più brutta. «Certo gli animi non sono i più calmi, ma riusciamo a dare anche le informazioni negative - continua un assistente -. Può anche capitare a volte di dover dare una informazione solo parzialmente vera».
Locomotori defunti o in agonia e riscaldamento in panne innescano la reazione di qualcuno, ma non sono pochi i pendolari che ormai prendono i tutor di Trenitalia come punti di riferimento e cercano di collaborare: «Ho un elenco di persone, anche di professionisti, che mi danno indicazioni e mi aiutano a segnalare cosa non va anche quando non ci sono - precisa un ex capotreno «convertito» in assistente dei viaggiatori -. Mi chiamano per avvisarmi che la carrozza è fredda, che lo scompartimento è sporco oppure che manca lacqua». Il berretto giallo è sempre in contatto con i responsabili della manutenzione e fa quello che può per mettere una pezza. «Nellemergenze informano i viaggiatori e sono un punto di riferimento - commenta Giulio Nicosia, segretario regionale di Uil Trasporti -, ma se si spendessero le risorse per la normale manutenzione, queste figure professionali non sarebbero necessarie».
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