Un patronato per vincere le elezioni

Va bene il partito leggero, ma bisogna chiedersi perché poi per poco, o molto, si perdono le elezioni. Ci sono tante risposte: gli errori (cosa c’entrava un pugliese come Buttiglione a Torino? E un ex questore a Napoli?), le alleanze. I voti non si prendono solo con una manciata di candidati. Un cittadino che deve fare domanda di pensione, non va all’Inps, ma a un patronato di assistenza, i cui funzionari sono al servizio della sinistra a tempo pieno e pagati dallo Stato. Poi ci sono coloro che beneficiano dei distacchi sindacali, i cui stipendi sono a carico dello Stato ma che lavorano per i Sindacati. Tutta questa e altra gente negli enti e nelle istituzioni sono altrettanto attivisti che fanno politica, che convincono gli elettori-assistiti, che contrastano gli avversari e che raccolgono voti in aggiunta ai candidati.

In sostanza, se non si crea una rete di strutture di servizio sul modello di quelle del centrosinistra (patronati, sindacati di categoria, confindustria di centrodestra), in occasione di elezioni, politiche o amministrative, mancheranno sempre quei pochi voti che fanno la differenza. Voto all’estero docet. Alla fine, è anche una questione di vivaio per il ricambio della classe dirigente a livello locale e nazionale.

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