«Patto anti-scalata per Aem-Asm»

da Milano

La società che potrebbe nascere dalla fusione tra Aem Milano e Asm Brescia dovrà essere basata su un accordo forte tra i due comuni in modo da renderla non scalabile e, quindi, impermeabile a eventuali attacchi ostili.
È questa la posizione di Giuliano Zuccoli, presidente della ex municipalizzata milanese, che ha fatto il punto sullo stato delle trattative tra Milano e Brescia per creare un gruppo che si posizionerebbe tra i primi tre in Italia per capacità elettrica installata e per disponibilità di volumi di gas. «Fare nascere in Italia un operatore di dimensioni europee è una cosa che ci affascina», ha sottolineato: «Sta tutto procedendo come previsto. Certamente i tempi sono stretti perché una data importante è fine febbraio», ha aggiunto il presidente, riferendosi alla tempistica indicata dalle due amministrazioni comunali per risolvere gli ultimi nodi all’accordo.
I paletti già ci sono: equilibrio tra le partecipazioni azionarie dei due comuni e stabile controllo congiunto. Ancora non indicate le modalità per realizzare il progetto.

«L’ipotesi è che tra le due città ci sia un accordo forte in modo che si sommino le partecipazioni per difendere la nuova azienda qualora ci fossero attacchi ostili», ha spiegato Zuccoli.
In caso di fusione tra le due società, il peso del Comune di Brescia, che ha il 69,2% della ex municipalizzata, è attualmente maggiore rispetto a quello di Milano che detiene il 42,2% di Aem.

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