Un patto atomico con Putin: «Nel 2013 la prima centrale»

nostro inviato a Lesmo (Monza)

Domenica una cena informale fino alle quattro di notte, ieri mattina la colazione insieme e poi un pranzo altrettanto conviviale. Infine la passeggiata per la sterminata tenuta di Villa Gernetto su una delle tante macchinine elettriche e i continui scambi di cortesie, al punto che Berlusconi decide persino di lasciar dormire Putin nella sua camera da letto («d’ora in poi sarà a tua disposizione ogni volta che vorrai, la chiamerò con il tuo nome»). Un vertice piuttosto confidenziale, insomma, durante il quale si siglano anche alcuni accordi per rafforzare i rapporti commerciali tra Italia e Russia che coinvolgono Eni e Enel. E si parla soprattutto di energia. Di Southstream, il gasdotto cui partecipano Gazprom ed Eni, ma anche di nucleare.
«Abbiamo parlato molto del futuro dell’energia nel mondo - spiega il Cavaliere durante la conferenza stampa - e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future». Poi l’annuncio di Berlusconi: i lavori per la prima centrale nucleare in Italia «inizieranno entro tre anni». «Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare - aggiunge il premier - bisogna però che cambi l’opinione pubblica italiana» visto che il 54% dei cittadini è favorevole al ritorno al nucleare ma nessuno vuole che si costruisca una centrale vicino casa sua. Insomma, «dobbiamo fare una vasta opera di convincimento guardando alla situazione francese». In Francia, infatti, «le comunità locali scendono in campo per avere le centrali in casa loro», perché «hanno ormai raggiunto consapevolezza della non pericolosità» e dei «tantissimi posti di lavoro che portano». Una questione che il presidente del Consiglio ha affrontato anche con i vertici della Rai, invitandoli a raccogliere le voci dei cittadini francesi. D’altra parte, aggiunge, l’Italia aveva una lunga tradizione di produzione di energia atomica almeno fino a quando, dopo la tragedia di Chernobyl, prevalsero «gli ecologisti estremi» e con un referendum si bocciò il nucleare.
Insomma, un vero e proprio asse tra Roma e Mosca - che già ruota su gas (Eni-Gazprom), auto (Fiat-Sollers) e nuove tecnologie (Pirelli-Finmeccanica-Russian Tech) - che si allarga anche all’energia atomica, visto che Putin ha garantito che la Russia è pronta ad entrare nel business che si aprirà in Italia con finanziamenti e supporto tecnologico (forniture di combustibile e smaltimento delle scorie).
Ma sul tavolo c’è anche il progetto Southstream, il gasdotto che connetterà direttamente Russia ed Unione Europea eliminando ogni Paese extracomunitario dal transito. L’inizio dei lavori, dicono Berlusconi e Putin, è previsto per il primo semestre del 2012. «Si tratta di un grande progetto - spiega il Cavaliere - a cui partecipa Eni insieme a Gazprom». E «viste le difficoltà con l’Ucraina, un Paese che non ha ancora una sua stabilizzazione politica, Southstream rassicura molti Paesi dell’Est e anche noi di non rimanere al buio». D’altra parte, aggiunge, «noi importiamo dalla Russia il 30% del gas e il 23% del petrolio». Insomma, una collaborazione non nuova.
E a suggello dei rapporti tra i due Paesi, il primo ministro russo fa sapere che terrà fede all’impegno preso durante il G8 dell’Aquila. Nonostante la crisi, infatti, Mosca annuncia lo stanziamento di 7,2 milioni di euro per contribuire alla ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno devastati dal terremoto dello scorso anno. «Un vero gesto di amicizia», chiosa Berlusconi. Poi si rivolge a Putin: «Gli ho detto che deve ritenersi obbligato ad accettare l’invito a venire ad ascoltare la prima messa quando sarà riaperta la chiesa di San Gregorio Magno all’Aquila. E lui verrà».

Non solo all’Aquila, ma anche all’Università del pensiero liberale che aprirà i battenti proprio a Villa Gernetto. «Gli ho chiesto di essere il primo professore e dalla sua risposta ho capito che non avrebbe nulla in contrario».

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