Pdl addio Il tradimento di Musso, atto primo

Pdl addio Il tradimento di Musso, atto primo

«Dopo quel documento proprio non ci posso più stare nel Pdl, ho sempre privilegiato l’unità del partito ma quella carta è stata di troppo». Enrico Musso parla dell’ufficio di presidenza del Pdl che mette alla porta il presidente della Camera e se ne va destinazione Finilandia. Sarà il decimo o l’undicesimo dei finiani a palazzo Madama e si ribella a quello che oggi definisce il «Cesarismo assoluto» di Silvio Berlusconi, lo stesso Berlusconi al quale solo giovedì scorso diceva di essere riconoscente per essere stato il candidato sindaco a Genova e il capolista in Senato».
«Giovedì sera il presidente del Consiglio si è dimostrato violentemente illiberale, non mi sento più a mio agio in questo contesto e le mie posizioni negli ultimi mesi non hanno più corrisposto con la linea della maggioranza» ammette il professore. Lascia e, ufficialmente, passa al gruppo misto. Solo una pausa prima di passare nell’altro gruppo.

Infatti, se nella prima parte dell’intervista dice di sentirsi «profondamente distante anche dai finiani», poco dopo ammette che la sua sarà solo una pausa prima di entrare in Futuro e Libertà. Giusto il tempo di ragionarci a mente fredda: «Il mio telefono continua (...)

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