Il Pdl denuncia Errani per sprechi, regalie e consulenze sospette «Un altro caso Delbono»

nostro inviato a Bologna

C’è un altro caso Delbono a Bologna e riguarderebbe non più il numero due della Regione Emilia Romagna ma il numero uno: il governatore Vasco Errani. Un’altra faccenda di cattiva gestione all’interno degli uffici regionali, anche se non ci sarebbero di mezzo le lenzuola che sono costate carissime all’ex vicepresidente. Sprechi, consulenze sospette, favori ad amici. È tutto contenuto in un fascicolo che venerdì mattina il deputato bolognese Enzo Raisi (coordinatore provinciale del Pdl) depositerà nella procura del capoluogo felsineo. Nuove carte contro Errani, che si ripresenta candidato governatore, e la sua amministrazione.
La documentazione in possesso di Raisi riguarda «atti di cattiva gestione che dipendono direttamente da Errani». Qualche episodio in particolare? «Lo saprete a suo tempo», risponde Raisi ai cronisti. Qualche giorno fa il parlamentare ex An aveva depositato un primo esposto sulle consulenze decise dall’ufficio legale della Regione. Consulenze molto costose (oltre tre milioni di euro) per parcelle emesse da appena cinque studi legali incaricati di difendere la Regione in giudizio, sempre gli stessi, nonostante gli uffici di viale Aldo Moro siano dotati di una struttura con decine e decine di dipendenti, avvocati compresi.
Raisi ha deciso di tornare in procura prendendo in parola Massimo Marchignoli, deputato Pd ed ex sindaco di Imola. Giorni fa Marchignoli, fedelissimo di Errani, commentando precedenti contestazioni di Raisi aveva affermato: «Se è a conoscenza di reati vada in procura a denunciarli, altrimenti la smetta di mettere fango nel ventilatore». «Non voglio fare campagna elettorale con una battaglia giudiziaria - ha detto Raisi al Resto del Carlino - ma se proprio insistono... C’è una marea di inchieste sulla Regione, dalla sanità alle consulenze date dalla presidenza, al tema della cooperativa Terremerse del fratello di Errani. Qualcosa sta per accadere e auspico avvenga dopo le elezioni per non turbare la campagna elettorale». Il ministro Sandro Bondi, a Bologna per appoggiare il candidato del centrodestra Anna Maria Bernini, ha aggiunto: «Se qualcuno metterà un occhio anche qui e intercetterà, ne verranno fuori delle belle».
Sarebbero prossime a una svolta le indagini su Flavio Delbono, l’ex vice di Errani costretto alle dimissioni da sindaco di Bologna. Su un primo filone, quello relativo ai numerosi viaggi-vacanza in Italia e all’estero assieme alla segretaria-fidanzata Cinzia Cracchi (secondo l’accusa si trattava di viaggi di piacere spacciati per missioni istituzionali e pagati con soldi pubblici) e alle pressioni esercitate sulla signora per convincerla a tacere con i pm, sarebbe pronta la richiesta di rinvio a giudizio per Delbono e l’ex assessore comunale Luisa Lazzaroni: fu lei a consegnare a Cinzia la busta con 10 banconote da 500 euro per conto dell’ex sindaco. Delbono è accusato di truffa, peculato e induzione a non rendere dichiarazioni all’autorità giudiziaria o a renderle mendaci; per la Lazzaroni l’ipotesi è di false dichiarazioni al pm: durante un interrogatorio aveva affermato di non conoscere il contenuto della busta consegnata alla Cracchi.

Altri filoni, ancora aperti, dell’inchiesta su Delbono riguardano il misterioso bancomat che l’ex sindaco aveva ricevuto dall’amico Mirco Divani (la cui società aveva ricevuto una serie di commesse prive di appalto dal Cup, centro di prenotazione medico-sanitaria unico in Emilia Romagna) e che aveva consegnato poi alla fidanzata, e anche il «premio di produzione» concesso a Cinzia Cracchi nell’aprile 2009, quando era già trasferita dalla Regione al Cup.

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