Roma - Dal vicino Salotto 42 c’è pure chi rinuncia al suo Kir Royal già sul bancone per seguire dall’inizio l’appuntamento con il Cavaliere nella sala del Tempio di Adriano. L’occasione è la presentazione del libro L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio, ennesimo rendez-vous di una campagna elettorale su cui Silvio Berlusconi sta mettendo la faccia impegnandosi a testa bassa ormai da giorni. Solo ieri tre conferenze stampa, dopo il comizio di giovedì a Napoli e prima dell’appuntamento di oggi in piazza San Giovanni e delle trasferte di domani a Bologna e Firenze. E con l’agenda ormai piena anche per tutta la prossima settimana.
Il premier ribadisce ormai come un mantra i concetti degli ultimi giorni, ma rilancia anche con forza il capitolo riforme. Per questo, dice, è importante che le regionali vadano bene, perché con un «mandato pieno» potremo «lavorare bene e con serenità per modernizzare il Paese» e «cambiare la Costituzione». E oltre alla riforma della giustizia, alle intercettazioni, al fisco e alla riduzione del numero dei parlamentari, Berlusconi promette di occuparsi anche della «elezione diretta del presidente della Repubblica».
Prima, però, ritorna a puntare il dito su quella parte di «magistratura politicizzata di sinistra» e ripercorre ancora una volta quella che considera «la parabola» degli ultimi 15 anni di storia italiana. Furono le procure, dice, a far cadere il suo governo nel ’94 e sono le procure oggi a «dettare i tempi della campagna elettorale» tanto che «sono costretto a star qui a parlare di queste cose piuttosto che raccontare le tanto cose fatte dal governo» e «le tante cose da fare nei prossimi tre anni». Tra i «successi», in mattinata il Cavaliere ha elogiato il quarto intervento taglia-leggi del ministro Roberto Calderoli che «ha già provveduto all’abrogazione di 375 mila atti di legge».
Così, il premier torna sull’inchiesta di Trani. «I processi in tv con attori che interpretano persone che non si possono difendere - dice - sono un’ignominia che non si può tollerare in un Paese civile». E quindi «è doveroso chiedere all’Agcom di intervenire per chiedere di fermare le trasmissioni di Santoro che non consentono agli accusati di difendersi», aggiunge rivendicando così le sue telefonate con il consigliere Giancarlo Innocenzi. «Ho solo cercato in maniera corretta - dice - di provocare un intervento doveroso dell’Autorità delle Comunicazioni». Basta, dunque, con le «ipocrisie» per cui queste sono autorità indipendenti. Innocenzi, spiega infatti il Cavaliere, è stato «nominato da noi» al pari dell’uomo dell’Udc che «se non riceve ordini da Casini non vota insieme a noi». Insomma, «al di là di ogni ipocrisia si sa che in queste autorità non vince il buon senso ma l’appartenenza politica». E sul fronte giudiziario Berlusconi torna anche sull’inchiesta G8, «tante chiacchiere e tante accuse poi finite nel nulla almeno per quanto riguarda Bertolaso». E parla di Angelo Balducci, l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici finito al centro dell’indagine. Non certo, dice, «un uomo che abbiamo messo lì noi», visto che «ha avuto quella carica da un ministro della sinistra» durante il governo Prodi. «Visto che noi non facciamo piazza pulita - aggiunge - lo abbiamo lasciato al suo posto». Il Cavaliere parla anche dell’arresto di Sandro Frisullo, l’ex vicepresidente della giunta guidata da Nichi Vendola, per dire che «non tutta la magistratura è di sinistra». A Bari, aggiunge, «evidentemente c’è un magistrato che non ne fa parte e che fa il suo dovere» in base alle «carte che ha in mano». «Non è un magistrato di destra - spiega - ma un magistrato vero». Perché «non conosco magistrati di destra ma solo magistrati di sinistra che usano la giustizia a fini di lotta politica».
Poi Berlusconi affronta il capitolo regionali, il caso Puglia il caso Lazio. Dove, dice, «per tutto il suo trascorso non riesco nemmeno a immaginare il governo della regione nelle mani di una candidata come la signora Bonino». Soprattutto, aggiunge, nella «Roma cattolica». Quanto alla Puglia, invece, «se ci fosse stato un accordo con Adriana Poli Bortone, che ho avuto modo di stimare come membro del mio governo, sarebbe stato tutto più semplice e più facile». Ma su questo, spiega il Cavaliere «ho accettato le decisioni del partito». Come sul resto delle alleanze con l’Udc, sulle quali il premier non ha mai nascosto il suo scetticismo. «Ero assolutamente contrario a stringere alleanze con Pier Ferdinando Casini perché ritengo che applichi il peggio del peggio della vecchia politica di convenienza e opportunismo. E la campagna elettorale dell’Udc mi porta a dire che forse qualche ragione ce l’avevo».
C’è spazio anche per un po’ di ironia, visto che l’occasione è la presentazione - insieme ad Antonio Palmieri - del libro che raccoglie una selezione degli oltre 50mila messaggi di solidarietà arrivati a Berlusconi dopo l’aggressione di piazza Duomo il 12 dicembre. «Vedete?», dice mostrando la guancia dove fu colpito. «Non si vede niente, anche perché sono arrivato in ritardo per truccarmi meglio». Certo, aggiunge, «se quel blocco di marmo mi avesse colpito più su invece della guancia che ha fatto da ammortizzatore mi avrebbe fatto trascorrere il Natale sottoterra». E, ironizza, «è stato anche un Natale freddo...».
A arriva più avanti, invece, una citazione di mamma Rosa, di quando «disse che cosa si doveva scrivere sulla mia tomba». “Fu un uomo buono e giusto, dolce e forte”. E - chiosa il premier con un sorriso - io mi riconosco completamente, anche se per tutto il resto non c’è alcuna fretta...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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