Pearl Jam, ritorna la maledizione del palco

Chiamatela, se volete, maledizione. Oppure semplicemente è il rischio di chi trascorre la sua vita suonando di fronte a decine di migliaia di persone. Ieri sera i Pearl Jam avrebbero dovuto essere l’attrazione principale dell’Heineken Jammin’ Festival. Un piccolo evento perché per la band, che musicalmente sta nella scia del rock inventato da Who e Neil Young, sarebbe stato il ritorno nel contesto euforico e smisurato dei festival musicali. Sette anni fa loro, nati a Seattle come i Nirvana, avevano detto basta ai grandi concerti «open air». E lo avevano detto dopo una tragedia ben più grave di quella di ieri.
Durante il loro show al Roskilde Festival in Danimarca, otto ragazzi erano morti soffocati e poi schiacciati dalla folla in quell’incredibile ed estenuante ondeggiare del pubblico che solitamente caratterizza i grandi eventi musicali. In quel caso, le precarie misure di sicurezza non erano riuscite ad arginare la pressione, innescando un terrificante effetto domino sul prato. Alla fine, il bilancio si è rivelato essere uno dei più gravi della storia di queste manifestazioni. Subito, le accuse sono state rivolte proprio al gruppo, presunto colpevole di aver incitato la folla ad agitarsi. Ma poi le indagini hanno accertato che le responsabilità erano degli organizzatori, molto più interessati, come spesso accade in questi casi, alle condizioni della cassa che a quelle della sicurezza.
Però i Pearl Jam del cantante Eddie Vedder annunciarono subito che per loro il discorso con i festival era chiuso e che non avrebbero più suonato a eventi del genere. E nessuno dubitò della loro sincerità: gruppo tra i più leali e onesti in circolazione, i Pearl Jam mantengono un rapporto di fiducia con i fans proprio grazie alla coerenza e all’assoluto distacco dalle regole di marketing.

E infatti nel cd del 2002, Riot act, dedicarono alle vittime una canzone, Love boat captain. Sembrava un discorso chiuso ma per l’Heineken Jammin’ Festival avevano fatto un’eccezione anche se poi il destino si è messo di nuovo di mezzo.

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