"Pedaggio in tangenziale? Decide il governo"

Il presidente della Provincia Podestà: "E' solo un'ipotesi, ma servirebbe per trovare fondi per il metrò. C’è stata un’interpretazione per lo meno malevola di quello che ho detto. Ho chiesto che venga fatto uno studio. E tra fare uno studio e prendere una decisione c’è una bella differenza"

«C’è stata un’interpretazione per lo meno malevola di quello che ho detto. Ho chiesto che venga fatto uno studio. E tra fare uno studio e prendere una decisione c’è una bella differenza». Il presidente della Provincia Guido Podestà torna sulla proposta di inserire un pedaggio sulle tangenziali. Risponde alle polemiche di questi giorni, a quanti si sono schierati contro quest’ipotesi e lo fa in un’aula gremita di milanesi che sono venuti qui a Palazzo Isimbardi, come ogni seconda domenica del mese, per l’incontro aperto tra la giunta e i cittadini. Riparte dalle considerazioni iniziali che lo hanno portato alla sua idea e le ripete, a cominciare da quella fondamentale, la necessità di reperire fondi per il prolungamento a raso delle metropolitane nel territorio provinciale. Con una precisazione essenziale: l’introduzione del pedaggio è competenza del Parlamento, quindi ci vuole una legge apposita per introdurlo.
«A Milano arrivano ogni giorno 800mila veicoli, è evidente che la velocità del traffico subisce un danno - spiega Podestà -. Oltre alla perdita temporale ed economica di chi viaggia, che è gravissima. Dobbiamo rafforzare le linee di ferro, siano esse metropolitane o ferrovie. E quello che mi sono chiesto è se c’è un modo per finanziare il prolungamento di tutte le metropolitane e intercettare il flusso delle automobili». Ha ragione il vicesindaco Riccardo De Corato quando dice che queste decisioni dovrebbero essere prese da Roma, ma, aggiunge il presidente della Provincia «non ci sono grandi risorse che arriveranno dal governo e quelle messe a disposizione per l’Expo serviranno per la Mm4 e 5». E sulla preoccupazione di dove posizionare gli eventuali caselli per il pedaggio, Podestà risponde portando ad esempio il modello cileno dove un gruppo italiano ha studiato un modo per una registrazione elettronica delle auto. «I caselli non ci saranno. La tecnologia oggi permette di evitare di fare infrastrutture che non ci starebbero. C’è la registrazione elettronica, come avviene in Cile, che permette di segnare il punto di ingresso e di uscita delle vetture». Il presidente della Provincia si rivolge al suo pubblico, lo pone di fronte alla possibilità che tra cinque anni, quando la Pedemontana e la tangenziale esterna ad est saranno completate, ci saranno due anelli: uno a pagamento e l’altro gratuito. «E secondo voi il traffico dove sarà concentrato?». Ancora: «Se vi fossero richiesti dieci centesimi per le tangenziali e quei dieci centesimi fossero usati per costruire le infrastrutture, sareste contrari?». Dubita Podestà che da Roma arriveranno i soldi per le metropolitane e le linee tranviare e per questo propone di sperimentare altre vie per trovare i finanziamenti necessari.

«Non pretendo di aver risolto un problema. Dico che è dovere di un politico lanciare delle ipotesi. Ma rifiuto il fatto di demonizzare idee che non si condividono aldilà di quelli che sono gli elementi di conoscenza necessari».

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