Penati fa 70 milioni di debiti

Il presidente Ds lancia un’emissione di bond. E il centrodestra lo attacca

Gianandrea Zagato

da Milano

Anche sotto l’albero di Natale spunta l’ennesimo gioco finanziario della Provincia di Milano. Stavolta è un bond da 70 milioni di euro. Prestito obbligazionario che la Provincia di Milano intende emettere nell’ambito di un pacchetto di finanziamento a lungo termine (35 anni) da complessivi 200 milioni. Emissione che la giunta guidata dal diessino Filippo Penati dovrebbe deliberare mercoledì prossimo, dopo aver già affidato alla tedesca Depfa bank l’incarico per la sottoscrizione.
Nuova passaggio finanziario rivelato dalla Casa delle libertà sempre più preoccupata delle mosse di Penati «che folgorato sulla via del merchant banking ha messo in piedi una piccola Iri con alle spalle non veri azionisti bensì sventurati contribuenti» osserva Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia. Vocazione all’alta finanza dell’ex sindaco di Sesto San Giovanni, ex Stalingrado d’Italia, che sul fronte dell’autostrada Serravalle - conquistata rilevando dal gruppo Gavio il 15% - non sembra più intenzionato allo sbarco in Borsa, dove è pronto invece a «quotare Asam, la neonata holding provinciale dove Penati ha fatto confluire i pacchetti delle partecipazioni della Provincia detenuti in strade, autostrada, aeroporti». Holding che vale 1,1 miliardi e che già incorpora plusvalenza di almeno 500 milioni. Rivalutazione che, però, non convince i gruppi d’opposizione alla giunta di centrosinistra: «Con quest’operazione - denuncia una nota congiunta di Forza Italia, An e Udc - Penati lascia permanere i dubbi del mercato sulla bontà di un’altra cessione: quella di Cisa e Pedemontana da cui conta di ricavare circa 100 milioni».
Pasticci finanziari che spingono dunque la Casa delle libertà a ricorrere nuovamente al Tar e alla Corte dei conti, «ricorso alle carte bollate che sembra l’unica strada per mettere ordine nei conti della Provincia di Milano».

Chiarezza che solo Penati può offrire, magari come ha fatto ieri al bar della romana galleria Alberto Sordi, ex galleria Colonna, al diessino Pierluigi Bersani. Avvistamento dei due diessini targato Dagospia «con un mucchio di carte davanti, i due conversavano sorridenti».

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