Roma - Si è consumata nella notte, l'ennesima rittura tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Dopo quasi 11 ore di trattativa no-stop, dopo una vigilia all'insegna dell'ottimismo governativo, "siamo a un passo dall'accordo...". L'accordo invece è saltato. Pochi minuti prima delle tre i capi sindacali hanno "rifiutato" di andare in pensione, hanno raccolto carte, protocolli, appunti e 24 ore e se ne sono andati. Nessun accordo su scalone e coefficienti, hanno fatto sapere fonti sindacali. Tutto si è fermato quando Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di introdurre gli incentivi per l'aumento dell'età per la pensione di anzianità oltre i 57 anni. Il governo - riferiscono fonti sindacali - pur accettando il meccanismo degli incentivi, ma a partire dai 58 anni, ha chiesto la disponibilità ad ulteriori aumenti di età. Su questo sì é consumata la rottura del confronto.
Un fatto è certo, l'avvertimento della Cgil a non considerarre chiusa la partita e non andare avanti sulla strada del facile ottimismo, era assolutamente fondato, anche perché proprio sul fronte scalone e coefficienti, Rifondazione e Pdci continuano a non fare sconti agli alleati del centrosinistra, mentre nelle fabbriche il pressing dei duri della Fiom crea non pochi imbarazzi e difficoltà tra i delegati e nella base della Cgil.
Salta la anche la convocazione delle 11 Il governo, dopo la rottura notrturna, ha riconvocato le parti sociali: prima è stato detto per le 11 di stamane, poi Sircana ha corretto il tiro: nessuna convocazione, non c'è orario. "Il governo sta valutando ulteriori proposte per giungere alla conclusione di un percorso che ha importanti punti di condivisione". Così Sircana, portavoce dell'esecutivo Prodi spiega in una nota. "Nelle prossime ore verrà sondata la disponibilità delle parti sociali a riprendere il confronto in modo costruttivo".
Forza Italia: brutta figura del governo "Hanno trovato l’accordo di non essere d’accordo. Dopo aver sbandierato ai quattro venti di un accordo notturno, Prodi, Padoa Schioppa e il governo rimediano una gran brutta figura. Toccare la riforma voluta dalla Cdl è pura follia contabile. Aumenterebbe la spesa previdenziale, a danno delle future generazioni. Ma con la sinistra radicale che continua a condizionare le scelte economiche del governo il rischio non è ancora scongiurato". Lo ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani.
L'Italia dei valori: se vi va oltre votiamo no Se la sinistra radicale dovesse "tirare troppo la corda" sulle pensioni, l’Italia dei valori è pronta a votare no su interventi che vadano oltre le proposte del governo, "qualsiasi siano le conseguenze". L’avvertimento viene dal capogruppo dei dipietristi alla Camera, Massimo Donadi.
Bersani ammette: proposta da "perfezionare" Il governo è al lavoro per perfezionare la proposta sulle pensioni da avanzare ai sindacati e proseguire così nel confronto. Lo ha affermato il ministro per lo Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani. "Stiamo lavorando per riaprire una discussione avanzando perfezionamenti delle proposte", ha detto precisando però che sarebbe meglio che "fosse una voce sola a parlare".
Metalmeccanici: sit-in e blocco stradale a Palermo I lavoratori metalmeccanici del distretto industriale di Carini, nel Palermitano, stamattina per un’ora hanno bloccato la statale 113 per protestare contro la riforma Maroni sulle pensioni. Il sit-in è stato spontaneo e organizzato dai delegati sindacali delle aziende del distretto: Italtel, Selital, Fd, Imesi e Iti. All’iniziativa hanno aderito le segreterie provinciali dei sindacati dei metalmeccanici. "La protesta - dice il segretario Fiom di Palermo, Francesco Piastra - è un segnale che gli operai hanno voluto dare alla luce delle difficoltà nella trattativa col governo Prodi. Noi vogliamo l’abolizione totale dello scalone e che non vengano modificati i coefficienti per il calcolo della pensione".
Cgil, Cisl e Uil convocano le direzioni Mentre il governo è al lavoro per tentare di trovare nuove proposte da sottoporre ai sindacati, dopo la rottura di questa notte, Cgil, Cisl e Uil riuniscono i propri organismi direttivi per fare il punto della situazione. Attualmente è in corso la segreteria della Cisl, mentre nel primo pomeriggio si riuniranno le direzioni di Cgil e Uil. La Cisl ritiene necessario riprendere la trattativa al più presto per trovare una soluzione "equa e condivisa".
Diktat di Rifondazione: no a scalone e scalini Sulle pensioni "bisogna fare un salto di qualità e abolire lo scalone. Il Governo deve rimettersi in relazione con i lavoratori, altrimenti il rischio è grande". Lo dice il segretario di Prc, Franco Giordano. "Sugli scalini non siamo d’accordo - aggiunge -. È assolutamente indispensabile rimettersi in connessione con i lavoratori che stanno scioperando, a nord e a sud. Le risorse ci sono: l’abbattimento dello scalone si può fare con un aumento dello 0,3% della contribuzione del lavoratori dipendenti". Quanto agli incentivi per ritardare il pensionamento "era la nostra proposta, se facoltativi andrebbero benissimo".
I sindacati in Piemonte: se è rottura, sciopero generale Sperano in una ripresa delle trattative con il governo per la riforma delle pensioni, altrimenti i sindacati del Piemonte sono pronti allo sciopero generale. Lo hanno detto i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Scudiere, Mario Scotti e Giorgio Rossetto, che questa mattina hanno ricevuto dalle Rsu della Fiat Mirafiori 3 mila firme per chiedere ai segretari nazionali di tornare in assemblea a Mirafiori prima della chiusura della vertenza sulle pensioni. A dichiarare per primi battaglia al governo sono stati proprio i delegati di questo stabilimento: "Dopo la rottura di stanotte - ha detto Nina Leone a nome di tutte le Rsu - serve uno sciopero generale che sostenga le ragioni dei lavoratori e dei sindacati". Una proposta che i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno accolto. "Nel momento in cui è possibile stringere un buon accordo - afferma Scudiere (Cgil) - il governo dimostra un comportamento grave. Auspichiamo la ripresa delle trattative - aggiunge - con la speranza che porti ad una soluzione positiva per i lavoratori e i pensionati. Altrimenti il persistere di questa situazione di stallo - sottolinea - non potrà che vederci protagonisti di azioni di lotta".
Dello stesso parere è anche Scotti (Cisl): "Mi auguro che il governo ci ripensi e ci convochi di nuovo - afferma - perchè non è pensabile che presenti il Dpef senza accordo con i sindacati. Tratteremo fino alla fine, ma senza accordo sarà sciopero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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