Pensioni salve, ma parte la lotta al sommerso E torna ancora l’ipotesi dell’aumento Iva

Stop al blocco del riscatto di laurea e militare valido per la pensione. Pene più dure e schedatura per chi evade. Ma Se i conti non tornassero il governo è pronto a ritoccare di un punto percentuale l’imposta sui consumi. Andare in pensione o restare? ll dubbio che divide gli italiani

Pensioni salve, ma parte la lotta al sommerso 
E torna ancora l’ipotesi dell’aumento Iva

Roma I tempi sono strettissimi. Ma la partita della manovra è ancora aperta e si lavorerà fino all’ultimo istante utile per definire un accordo che assicuri la tenuta dei saldi concordati con l’Unione Europea ed elimini la norma che impedisce il riscatto, ai fini pensionistici, degli anni della laurea e del servizio militare. Una misura su cui la Lega ha posto il veto e che anche Silvio Berlusconi e il Pdl hanno bocciato, ritenendola iniqua se non anticostituzionale.
A questo punto gli emendamenti del governo alla manovra economica arriveranno sul tavolo della Commissione Bilancio del Senato oggi, intorno all’ora di pranzo, come ha confermato il sottosegretario all’Economia, Antonio Gentile. Le novità, quindi, dovrebbero emergere dal Consiglio dei ministri e difficilmente, fino a quel momento, sarà messa nero su bianco alcuna proposta emendativa del governo.

Il semaforo rosso sui possibili interventi sulla previdenza è scattato fin dalla mattinata, quando si è svolto un faccia a faccia tra il ministro Calderoli e il titolare del Welfare Maurizio Sacconi, accompagnati dai tecnici dei rispettivi dicasteri «per approfondire la materia previdenziale, in particolare non solo per l’impatto finanziario ma soprattutto per l’impatto sociale». Un chiaro segnale che la frenata era in corso. A quel punto, dopo un contatto telefonico con Giulio Tremonti, è scattato un vertice di maggioranza a Palazzo Madama al quale hanno partecipato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, i sottosegretari Luigi Casero e Antonio Gentile, il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, il capogruppo Pdl, Maurizio Gasparri (con il suo vice Gaetano Quagliariello), e i capigruppo Federico Bricolo (Lega) e Pasquale Viespoli (Coesione nazionale). Un summit convocato anche per definire la strategia da tenere rispetto all’ «assalto» di 1.300 emendamenti che dovrebbe investire la manovra.

Con il taglio della misura sulle pensioni, il problema è ora trovare le risorse compensative, considerando che vengono meno circa 1,5 miliardi (500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014). Come cambierà allora la manovra? Il buco «verrà compensato da un aumento della lotta all’evasione fiscale, con provvedimenti che dovrebbero prevedere un inasprimento delle norme e un coinvolgimento dei Comuni», assicurano dal Pdl. Allo studio c’è una stretta sulle società di comodo, con più severità per chi vuole fare il furbo sulle tasse, e contro l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive. Nel mirino, quindi, finiranno le scatole vuote create per nascondere beni di lusso. Tra le ipotesi ci sarebbe anche la possibilità che gli enti locali possano pubblicare gli elenchi dei redditi dichiarati dai contribuenti per favorire una sorta di «controllo sociale» sul territorio. Non sembra esserci spazio per nuove sanatorie ma non è escluso che si possa tentare il recupero delle somme non pagate da chi nel passato ha aderito al condono ma poi non ha versato il dovuto.

Anche Silvio Berlusconi - che ha seguito per tutta la giornata l’andamento dello spread con i titoli di Stato tedeschi - si dice convinto che la copertura ci sarà e fa sapere che non si toccheranno le pensioni e non si tornerà al contributo di solidarietà. Non è escluso, peraltro, che per la previdenza si possa aprire, magari in autunno, un tavolo nel tentativo di andare a una riforma strutturale. Ma questo sarà un passo comunque successivo all’approvazione definitiva della manovra. Come ultima ratio, si continua ancora a valutare un possibile intervento di un punto sull’Iva, ma questo soltanto qualora i calcoli non dovessero tornare e fosse necessario reperire risorse immediate e certe.

Sullo sfondo fa discutere uno sfogo del parlamentare Pdl, Giuliano Cazzola. «Quasi quasi inizio a pensare che sia arrivato il momento di un governo tecnico, con una persona che non sia Montezemolo, ma comunque una persona in grado di dire: signori, la situazione è questa. Un governo che dice la sua e tira dritto».

Un monito arriva anche dall’Unione Europea che fa sapere di aspettarsi che «gli obiettivi su cui l’Italia si è impegnata non siano rimessi in discussione» e aggiunge che «farà particolarmente attenzione alla composizione finale del pacchetto di misure».

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