Cominciano quasi tutti dagli unici precedenti in materia. Due volte, in campionato, il Milan ha giocato senza Ibrahimovic: è accaduto nella prima, contro il Lecce a San Siro (all'epoca non era ancora arrivato il transfert), e (per squalifica da somma di ammonizioni) a Cagliari. In entrambe le occasioni il Milan vinse: largo con i pugliesi, grazie a una isolata stoccata di Strasser azionato da un geniale Cassano in Sardegna. Seconda riflessione: Ibra è reduce da un periodo no, non fa gol su azione da una vita, è fermo al rigore contro il Napoli ed è in un periodo di scarsa vena come dimostra il suo nervosismo contro il Bari che gli ha procurato la squalifica di tre turni.
Terza considerazione: Pato, liberato dal complesso di giocare al fianco di Ibra, può finalmente libero sfogo al proprio talento. Conclusione: il Milan è rafforzato dall'assenza dello svedese. Più che un paradosso sembra uno di quei discorsi consolatori che si svolgono dinanzi a grandi tragedie e incidenti. Si è frantumata la macchina in un incidente? Meglio così, puoi cambiarla! Via, siamo seri.
Ibrahimovic è una forza della natura. Anche quando non è presente nel tabellino dei marcatori, risulta utile, anzi utilissimo alla sua patria. Provate a prendere nota di quante volte torni indietro a coprire in difes asu punizione e calci d'angolo.
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