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È morto Peter Arnett, premio Pulitzer per i suoi reportage dal Vietnam

Si è spento all'età di 91 anni l'ex inviato di guerra Peter Arnett: coprì anche quella del Golfo

È morto Peter Arnett, premio Pulitzer per i suoi reportage dal Vietnam
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Si è spento all'età di 91 anni il reporter americano Peter Arnett, uno dei giornalisti di guerra più noti e apprezzati negli Stati Uniti e non solo. A darne notizia è l'Associated Press, con cui Arnett ha collaborato per anni. La morte è avvenuta a Newport Beach, dove Peter Arnett si trovava circondato dalla sua famiglia e dai suoi amici più stretti. Classe 1934, originario di Riverton, in Nuova Zelanda, il giornalista vantava collaborazioni importanti: non solo con la già citata Associated Press, ma anche con colossi dell'informazione come National Geographic e la Cnn.

Nel 1962 fu tra gli inviati di guerra in Vietnam e le sue testimonianze - concentrate anche sulla sofferenza della popolazione civile, che molto spesso veniva lasciata fuori dai report - lo hanno reso uno dei giornalisti più seguiti. Rimase in Vietnam fino alla fine del conflitto, nel 1975, e nel frattempo sposò una donna vietnamita nel 1964.

Proprio per il suo lavoro di inviato di guerra in Vietnam nel 1966 Peter Arnett venne insignito del premio Pulitzer. Un riconoscimento meritato per il suo lavoro e il suo spirito critico, che gli permise di mettere in discussione l'operato del suo stesso Paese. Un comportamento, questo, che non nascose nel corso degli anni, quando venne anche accusato di diffonde un sentimento anti-americano solo per aver evidenziato alcune criticità della strategia bellica dell'esercito degli Stati Uniti. Negli anni Novanta, poi, divenne anche un volto estremamente conosciuto per il "cittadino comune" statunitense, quando divenne il portavoce per la CNN della prima Guerra del Golfo.

Come ricorda il Los Angeles Times, infatti, Peter Arnett fu tra i primi giornalisti a riportare da Baghdad i bombardamenti statunitensi del 17 gennaio 1991 dalla sua stanza 906 del El Rashid Hotel di Baghdad. La maggior parte dei giornalisti occidentali, infatti, aveva lasciato la città alla vigilia dell'attacco americano, ma Peter Arnett decise di rimanere e di raccontare la guerra dalla prima linea, raccontando quello che vedeva con aggiornamenti in diretta lanciati dal suo telefono cellulare. A Baghdad riuscì anche a collezionare interviste esclusive ma estremamente controverse, con Saddam Hussein e con quello che la Storia avrebbe poi ricordato soprattutto per l'attentato alle Torri Gemelle, Osama Bin Laden.

Edith Lederer, capo corrispondente alle Nazioni Uniti per l'Associated Press, che lavorò con Arnett in Vietnam nel 1972 e nel 1973. ricorda il collega dicendo: "Peter Arnett era uno dei più grandi corrispondenti di guerra della sua generazione - intrepido, senza paura, uno splendido scrittore e narratore. I suoi reportage nella stampa e in video rimarranno un lascito per aspiranti giornalisti e storici per molte generazioni a venire." Il giornalista è stato ricordato anche dal fotografo dell'Associated Press NIck Ut, ora in pensione, che ha testimoniato la guerra del Vietnam a fianco di Arnett e che è stato suo amico per oltre cinquant'anni.

"Era come un fratello" ha detto. "La sua morte lascerà un grande vuoto nella mia vita." Malato da tempo, Peter Arnett era stato ricoverato in un hospice a causa del cancro alla prostata che, alla fine, lo ha stroncato.

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