da Milano
Non sono più i tempi doro in cui i loro suoni facevano da raffinata colonna sonora al glamour anni 80. Si chiamava technopop o dance per yuppie: in sintesi canzoni ballabili che incrociavano melodia ed elettronica. Brani divertenti, irriverenti, a loro modo genialoidi come il duo che li animava, lex critico musicale Neil Tennant al canto e lex studente di architettura Chris Lowe impegnato tra sintetizzatori e marchingegni vari. O meglio i Pet Shop Boys - che con lalbum Please e il singolo West End Girls arrivarono in cima alle classifiche di mezzo mondo portando poi una trentina di singoli nelle hit parade - quelli a cavallo tra Frankie Goes To Hollywood e Kraftwerk che snobbavano con piaggeria il mondo del rock. Enfaticamente definiti «lultimo baluardo del pop intelligente», i Pet Shop sono ancora in circolazione accompagnati dalla benedizione degli addetti ai lavori, tanto che Billboard li ha messi al quarto posto nella classifica delle dance band più importanti dietro a Madonna, Janet Jackson e Donna Summer. Il banco di prova è il sontuoso dvd Cubism e il tour europeo che li vedrà mercoledì alla Villa Arconati di Milano per il loro unico show italiano.
È impegnativo essere lultimo baluardo del pop intelligente?
«Usiamo lelettronica in modo intelligente unendola alla melodia, creando così belle canzoni che fanno ballare riflettendo lo spirito dei tempi. Non è musica usa e getta».
Tra i vostri maggiori fan cè Madonna.
«Madonna guarda sempre avanti, sia nel look che nei suoni, come noi. Lavorare con lei significa che abbiamo cisto giusto. Lavoriamo quando ci sentiamo creativi non per il successo».
Così avete scritto brani come Paninaro e lavorato con Elton John, registi come Derek Jarman, il fotografo Bruce Weber...
«Ora i suoni elettronici sono patrimonio di tutti, ma negli anni Ottanta si pensava che fossero roba per ragazzini disimpegnati. Non è così; Jarman ha girato brevi film da proiettare in contemporanea alle nostre performance, e abbiamo fatto grandi cose con Elton John o Brian Ferry».
Vi siete sempre dichiarati contro il rock.
«Cè in giro del buon rock ma in genere il rock è un fenomeno di massa da cui stiamo sempre lontani, continua a non piacerci».
Ma anche il vostro stile col tempo è un po cambiato.
«Ora nelle canzoni cè più melodia, ci sono le chitarre. Come dicevamo i nostri brani riflettono il loro tempo e oggi siamo arrabbiati con i potenti, con chi scatena le guerre, quindi i nostri testi sono più duri».
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