(...) Sono invece esclusi dalle possibilità di ampliamento i centri storici ma anche le aree industriali come Lambrate e Affori, ovvero larghe zone delle città in cui un tempo sorgevano fabbriche ormai dismesse ma che oggi si sono riconvertiti a fini residenziali. Nei vecchi piani regolatori, però, sono classificate I, ovvero industriali, e ciò blocca gli interventi. «Siamo stati costretti a escludere le aree industriali per decisione della Regione - spiega Masseroli -. Il Pirellone ci ha fornito uninterpretazione della norma per cui non abbiamo avuto la possibilità di operare diversamente».
Saranno definite ulteriori limitazioni specifiche. Come dice lo stesso Masseroli, «questa legge avrà pochissimi effetti su Milano perché si trova a operare in un territorio pieno di condomini». Sarà impossibile operare nei «contesti urbani consolidati», non solo nel centro storico della città ma in tutti i quartieri nei quali sorgono gruppi di case di interesse storico o architettonico. Spiega Masseroli: «Stiamo individuando aree della città, ambiti paesaggistici riconoscibili, in cui non si potrà intervenire». Divieti al QT8, in via Feltre (esempio di architettura storica moderna) e in altre aree in discussione, come le ex case dei ferrovieri di via Lincoln.
Ci sono infine le case di edilizia residenziale pubblica e convenzionata. La legge regionale consente lampliamento di volume del 40 per cento. Il Comune di Milano intende autorizzare i lavori solo se allinterno di un processo di demolizione e ricostruzione. Si discute di ampi interventi nella zona di Molise Calvairate, che consentirebbero di spostare lOrtomercato allinterno dei confini di Milano, ma più vicino alle tangenziali. Tra le novità la possibilità di ricostruire su una superficie diversa da quella delledificio demolito. Come sostiene lassessore Masseroli, «è molto importante poter andare fuori sagoma, perché toglie rigidità a un sistema che presenta grossi vincoli».
Masseroli spiega lo spirito «anticemento» del piano: «La legge punta a costruire soltanto laddove è già costruito, evitando di toccare aree verdi e spingendo sul risparmio energetico. Non aggiungeremo ulteriori vincoli a centro storico e aree parco». Nel centro storico non è possibile ampliare, ma lo sarà abbattere e ricostruire palazzi ampliando, previa autorizzazione della Commissione paesaggio della Regione.
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