Piano casa: sì di Rutelli, no di Marrazzo

«PREGIUDIZI» Nel Pdl Robilotta parla di «no ideologico», Lollobrigida di politica del «non fare»

Da Marrazzo arriva un «no» preventivo al piano casa del governo, alla vigilia dell’incontro tra il governatore e il premier, e nel Lazio si accende la polemica. Il presidente della regione ha dichiarato che «dirà no al piano che presenta anche dubbi di costituzionalità», auspicando una «strategia che aiuti le famiglie a pagare mutui e affitti».
Eppure la proposta dell’esecutivo, che favorirà l’aumento delle cubature delle abitazioni esistenti, incassa importanti aperture nelle fila del Partito Democratico. Quella di Francesco Rutelli, per esempio. L’ex sindaco spiega al Messaggero che «demolizioni e ricostruzioni remunerate con maggiori cubature vanno nella direzione giusta», pur raccomandando attenzione nei regolamenti attuativi. Persino l’assessore regionale alle Politiche della casa, Mario Di Carlo, quando invita a «non sottovalutare le potenzialità che questo piano casa può avere per far ripartire l’economia» non sembra pensarla come il suo presidente.
Ovviamente, nel Pd, non mancano voci vicine a Marrazzo. Per il presidente della Commissione regionale politiche per la Casa Giovanni Carapella, è «impensabile» che il governo «predisponga un piano casa senza prevedere interventi nel campo dell’edilizia popolare e misure a sostegno degli affitti», e mette in guardia dalla possibilità che il piano miri a «liberarsi della strumentazione urbanistica e delle norme di tutela ambientale». Ma concede: «Se l’intenzione è mettere in campo misure per semplificare la vita a imprese, progettisti e famiglie, si tratterebbe di un obiettivo ampiamente condivisibile».
Alla fine chi sposa in pieno il «no» marrazziano è solo il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati. «La scelta di Marrazzo è sacrosanta - spiega il una nota - il giusto snellimento delle procedure non può significare una selvaggia deregulation che aprirebbe la strada a una immane e inutile cementificazione».
Di segno opposto le dichiarazioni degli esponenti del Pdl. Il vicepresidente della commissione regionale Urbanistica, Fabio Desideri dei Cristiano popolari, replica direttamente a Legambiente: «Sentirla parlare di cementificazioni in merito al piano casa del governo fa sorridere: negli ultimi 15 anni, quando il Campidoglio di Rutelli e Veltroni eruttava colate di cemento sulla città, l’associazione ambientalista dov’era? non certo all’opposizione».
E di «no ideologico» che contrasta con la stessa attività della Regione, a proposito della posizione di Marrazzo, parla invece Donato Robilotta, capogruppo regionale dei Socialisti riformisti: «Marrazzo non solo non tiene in conto che esponenti nazionali del Pd hanno aperto alla proposta di Berlusconi, ma non si è ancora accorto dell’iniziativa in corso in consiglio regionale, dove una maggioranza trasversale sta votando la legge per il recupero abitativo dei sottotetti, che prevede aumento delle cubature e dunque va esattamente nella direzione proposta dal premier». Anche il consigliere regionale del Pdl Francesco Lollobrigida parla di «condanna pregiudiziale» del piano da parte del governatore che «sceglie in “non fare”».

E dal Campidoglio la replica a Marrazzo arriva dall’assessore alla Casa, Alfredo Antoniozzi. Il no è «una risposta frettolosa e ingenua», spiega l’assessore capitolino: «Proporremo di aprire un tavolo con la regione per discuterne».

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