Di Pietro a cena con l’indagato Cecchi Gori

Secondo la GdF il produttore sotto accusa per bancarotta cercò il sostegno dell’allora ministro tramite l’avvocato Scicchitano, legale di entrambi. E il politico gli avrebbe offerto una candidatura alle elezioni. Mara Meis: "E Tonino chiese De Niro per un film sulla sua vita"

Di Pietro a cena con l’indagato Cecchi Gori

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Roma - Nella trama dei processi per bancarotta e fallimento a carico di Vittorio Cecchi Gori (coinvolto a Perugia come parte lesa nel procedimento a carico del gip romano Luisanna Figliolia) salta fuori - non indagato - anche Antonio Di Pietro. Agli atti l’ex pm ci finisce a causa di un uomo che rappresenta il legame tra lui e il produttore cinematografico: Sergio Scicchitano. L’avvocato di fiducia del leader Idv, promosso nel Cda dell’Anas quando Tonino era titolare delle Infrastrutture, era diventato, nel 2006, anche legale dell’ex patron della Fiorentina. E a dar retta agli inquirenti dell’inchiesta sul fallimento FinMavi, proprio Scicchitano si preoccupava di rafforzare l’amicizia tra i due suoi clienti, peraltro «già esistente», a sentire l’entourage di Cecchi Gori.

All’epoca Vittorio era anche in odore di candidatura per l’Idv. L’ex ministro è ripetutamente citato in un’informativa della guardia di finanza. Dove vengono passate al setaccio le relazioni tra l’imprenditore dello spettacolo e vari politici. Tra questi, Di Pietro. Che avrebbe anche avviato un discorso con Cecchi Gori perché fosse proprio palazzo Borghese, la residenza di famiglia dell’ex re del cinema, a ospitare la Fondazione Mani Pulite. L’informativa, basata su intercettazioni telefoniche sulle utenze di Vittorio Cecchi Gori, «ascolta» un momento giudiziariamente delicato nella vita del produttore cinematografico, appena dichiarato fallito per la FinMavi e condannato per il filone Fiorentina calcio. Proprio in seguito a queste batoste, stando all’ipotesi investigativa, Cecchi Gori avrebbe tentato di «rivedere il collegio difensivo al fine di ottenere l’annullamento della sentenza dichiarativa di fallimento, e nella peggiore delle ipotesi crearsi un’alternativa per il suo futuro». Nel «piano», sostengono gli uomini delle Fiamme gialle, è compreso il tentativo di «avvicinare uomini politici e magistrati al fine di evitare ulteriori ingiustizie». Proprio in quest’ottica, e «su pressione di Rita Rusic» (l’ex moglie) e del suo «uomo di fiducia Pino Lattari», Vittorio assume Scicchitano come avvocato. Si legge nell’informativa che «Scicchitano è stato presentato come uno dei migliori avvocati italiani esperti in diritto fallimentare nonché persona influente e molto vicina all’onorevole Di Pietro, amico del giudice Tommaso Marvasi e del prof. Floriano D’Alessandro, che nel fallimento FinMavi ricopre il ruolo di curatore fallimentare, oltre a essere fratello di un magistrato del Riesame». Per la gdf l’imprenditore, scottato da quelle sentenze che riteneva ingiuste, cercava «solidarietà tra politici e magistrati». Ecco Bobo Craxi, Claudio Martelli. E l’ex pm. Dall’ascolto delle telefonate di Vittorio, gli inquirenti si imbattono in Tonino. «(Cecchi Gori) ... attraverso l’avvocato Scicchitano entrava in contatto con Antonio Di Pietro che, a dire di Tommaso (...) gli avrebbe prospettato l’ipotesi di presentarsi alle prossime elezioni per il suo partito». A dire di Pino Lattari, poi «Cecchi Gori avrebbe destinato i locali della galleria Borghese come sede della Fondazione Mani Pulite che Di Pietro vorrebbe realizzare. Poi c’è la cena. Che i finanzieri citano soprattutto per dimostrare il ruolo di Scicchitano. «Significativa la telefonata tra Scicchitano e Cecchi Gori del 5.12.2006, in cui il legale lo informava che il ministro voleva andare a cena a casa sua per fargli conoscere una persona e aggiungeva che bisognava fare bella figura».

L’indomani la finanza annota: «In una successiva chiamata Scicchitano gli chiedeva le impressioni sulla persona presentata dal ministro. Cecchi Gori rispondeva che era rimasto molto soddisfatto, era un uomo molto amabile e intelligente».

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