(...) riconoscimento economico, solo con spirito di servizio». Sono state 250mila soltanto lo scorso anno, le prenotazioni effettuate per servizi specailistici e diagnostica attraverso le farmacie. Una mole di lavoro che è stato solo a carico delle farmacie e ha sollevato non di poco gli sportelli della Asl 3 genovese. «Non ci stiamo più a questo gioco al massacro - spiega ancora Benetti - il nostro presidente Giorgio Siri ha richiesto e ottenuto un incontro urgente con il ministro della Salute Livia Turco, affinché ci sia un ripensamento. Se così non sarà siamo pronti a dare battaglia. E per esempio anche a rivedere i servizi di turno».
Come dire: che il sabato e la notte tengano aperto i supermercati per consentire ai cittadini che ne hanno necessità di avere un medicinale. La posizione dei farmacisti è espressa anche, a livello nazionale dalla Federfarma: «Con un nuovo blitz, il Governo e la maggioranza fanno un altro regalo ai grandi gruppi commerciali (italiani come Coop, o multinazionali come Auchan e Carrefour, e le nascenti catene di parafarmacie) - scrive Federfarma -. Se confermato lemendamento che, se confermato dal Senato, consentirebbe la vendita dei medicinali di fascia C (con ricetta medica, a carico del cittadino) negli esercizi commerciali. Tutto questo mentre è in corso al Ministero della salute un tavolo di confronto con gli operatori del settore per rendere il servizio farmaceutico sempre più rispondente ai bisogni dei cittadini».
Benetti, a nome dei farmacisti genovesi, annuncia che la linea dei titolari di farmacia anche a Genova, come a livello nazionale, non sarà certamente tenera nei confronti di questo nuovo «schiaffo». «Ci siamo sempre impegnati a dare servizi a costo zero per la collettività - continua Benetti -, adesso potremmo anche decidere di interrompere. In fondo il nostro lavoro non è apprezzato».
Secondo i farmacisti, «governo e maggioranza, quindi, portano avanti il loro disegno di smantellare pezzo per pezzo la farmacia italiana, finora considerata una delle migliori in Europa, consegnandola nelle mani delle catene commerciali della grande distribuzione organizzata e delle multinazionali. Altro che liberalizzazione, - scrive ancora Federfarma - stiamo assistendo alla distruzione di un servizio che funziona ed è apprezzato dai cittadini per far aumentare i profitti di pochi grandi gruppi, con il risultato che domani i cittadini potrebbero non trovare più la loro farmacia di fiducia sotto casa.
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