Pingitore: adesso che c’è la sinistra siamo rimasti gli unici a fare satira

Domani su Canale 5 lo show del Bagaglino con Aida Yespica Il regista: «Non facciamo sconti»

da Roma

Qualunquisti? Sì. E con orgoglio. «Quindici, vent'anni fa lo prendevamo come un insulto. Oggi ne siamo fieri. Perché se nel nostro mestiere fare satira su tutti, indipendentemente dal colore politico di chi satireggiamo, significa essere qualunquisti, allora, be’: noi lo siamo». Pier Francesco Pingitore non ha mai avuto peli sulla lingua. Non li aveva nel 1987, quando debuttò in Mediaset con lo show del sabato sera Biberon; figuriamoci oggi che - ventun'anni dopo, sempre dal Bagaglino di Roma, sempre con la stessa squadra di cabarettisti capeggiata da Pippo Franco, Oreste Lionello e Leo Gullotta - torna al suo ventunesimo e ininterrotto sabato su Canale 5 con Gabbia di matti, ennesimo titolo del medesimo, immutabile show. «Ricordo bene quando, ai nostri inizi, vedendo che i nostri strali non risparmiavano nessuno, e colpivano il potere di qualunque colore fosse, ci accusavano di qualunquismo - riflette l'autore e regista -. Ma oggi la satira com'è? Di un colore solo: sempre lo stesso. Per dieci anni s'è avventata su Berlusconi e non ha fatto altro che spolpare lui; ora che al potere ci sono quelli che la pensano come la maggior parte dei satiristi, la satira è sparita». La satira vera, contrattacca Pingitore, «è quella che facciamo noi; proprio perché non ha remore verso nessuno».
E allora largo a gag, canzoni e balletti, coordinati dalla primadonna Aida Yespica (accanto alla quale in ogni puntata ci sarà una diversa collega: Hoara Borselli, Valeria Marini, Pamela Prati, Rossella Brescia) su personaggi fra i più vari: quelli legati alla cronaca più recente - dal presidente Sarkozy e Carla Bruni, impersonati da Manlio Dovì e Leo Gullotta, a Bassolino e la Iervolino, rispettivamente Lino Barbieri e Manlio Dovì - e gli intramontabili di prammatica (Berlusconi, Bindi, Brambilla, Costanzo, De Filippi, Fede, le new entry Clementina Forleo e generale Speciale, fino a Papa Ratzinger). «Insomma: abbiamo di tutto - nota Pingitore - compresa la monnezza di Napoli: qualche sacco ce lo siamo preso anche noi.

Solo il titolo è nuovo, Gabbia di matti, perché volevamo esasperare le situazioni, com’è uso nel cabaret; ma stavolta ci è riuscito difficile, visto che la situazione politica italiana è già terribilmente esasperata di suo».

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