Claudia Passa
da Roma
Poi dicono che la giustizia italiana è lenta, che le toghe si muovono con i tempi di un pachiderma, che Procure e tribunali somigliano a «porti delle nebbie» dove tutto si perde e nulla si sa. Niente di tutto ciò: quando in gioco cè la democrazia, a rischio dessere «uccisa» come recita il titolo del film di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, non cè indugio che tenga. E così la Procura di Roma (dalla quale i cittadini ancora aspettano di sapere cosa è accaduto con i voti degli italiani allestero nelle circoscrizioni sudamericane) ha aperto uninchiesta e ha spedito la Digos ad acquisire il dvd «Uccidete la democrazia» allegato al settimanale «Diario», secondo il quale nella lunga notte delle elezioni politiche finite palla al centro sarebbe stato messo in campo dal Viminale un software in grado di dirottare su Forza Italia le schede bianche.
Nei giorni scorsi, complice il clima da attesa messianica alimentato dallanteprima organizzata ieri da «Articolo 21» alla presenza fra gli altri di Silvio Sircana, qualche spericolato «falco» della sinistra si è spinto a chiedere una commissione dinchiesta. Intanto linchiesta, quella vera, si svolgerà a piazzale Clodio, dove il pm Salvatore Vitello è titolare di un fascicolo intestato come «atti relativi a», senza indagati né ipotesi di reato. Plaude alliniziativa Deaglio, che loda «la rapidità e linteresse dimostrato dagli inquirenti» e scalpita per essere interrogato; ma per il momento a portarlo davanti ai magistrati ci penserà lex ministro dellInterno Beppe Pisanu, che annunciando azioni legali bolla come «false e calunniose» le tesi del film, e spiega che «per rendersene conto basterebbe una minima conoscenza delle norme che regolano le operazioni di scrutinio, di trasmissione dei dati e di proclamazione dei risultati». Dunque «ben venga liniziativa della Procura afferma Pisanu - perché servirà sicuramente a cancellare anche il più remoto dei dubbi». Dubbi inesistenti anche secondo lautorevole parere di Roberto DAlimonte, docente di Sistemi politici italiani alluniversità di Firenze: «Deaglio ha torto, il problema non esiste - asserisce il cattedratico - Sono tre i centri che sovrintendono ai dati elettorali: il Viminale, la Cassazione e le Camere. Tutti elaborano i calcoli del dato elettorale partendo dai verbali di sezione. E tanto la Cassazione quanto le Camere non dipendono dal ministero dellInterno. Tre fonti indipendenti, quindi, che contando il totale dei voti hanno ottenuto un risultato praticamente uguale. E questa non è unopinione ma un fatto mentre resta da chiedersi come mai le schede bianche e nulle sono tante in meno rispetto al 2001».
Promette battaglia legale anche il coordinatore azzurro Sandro Bondi, che evoca la «pura attività di propaganda, di mistificazione, di deformazione della realtà che è propria dei partiti comunisti», e rilancia sulla verifica delle schede elettorali che «la maggioranza si rifiuta di fare», al punto che «siamo indietro rispetto al Messico dove hanno ricontato tutte le schede».
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, i riflettori si riaccendono dunque sulla Giunta per le elezioni, che il capogruppo forzista Gregorio Fontana minaccia di disertare «se non ci faranno ricontare tutte le schede bianche e nulle».
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